A questo nuovo momento costruttivo appartengono due grandi sale, coperte con volta a botte
a sesto acuto e, molto probabilmente, il corpo di fabbrica a piano terra, che si addossa alla
struttura preesistente, occultando parte dello stipite di uno dei due portali.
Sul terrazzo sovrastante, infatti, si apre il portale d’accesso al più grande dei due ambienti
di nuova costruzione.
Nel medesimo vano, incassata nel muro orientale, una scaletta in pietra permette di raggiungere
il cammino di ronda situato al piano superiore; tale scala è costituita da una rampa rettilinea
alla quale s’innesta un’altra elicoidale.
Il terrazzamento disposto su due differenti livelli, la costruzione contenente la scalinata,
sono soluzioni alquanto inconsuete; sembra quasi che questi lavori di ampliamento siano stati
effettuati con il preciso intento di salvaguardare l’integrità dell’ambiente d’angolo.
Una spiegazione a tutto questo potrebbe scaturire dal contenuto dei due documenti normanni,
risalenti agli anni 1119 e 1146, e di quello svevo, redatto nel 1225, in cui si fa menzione di
una Chiesa, dedicata a San Nicola, che potrebbe essere proprio la costruzione situata al primo
piano, nell’angolo Nord – Ovest del recinto.
Gli scavi effettuati durante i lavori di restauro, infatti, hanno portato alla luce alcuni
elementi che potrebbero avvalorare questa ipotesi: si tratta di alcuni ricorsi di conci di
pietra, nei quali è possibile identificare i resti di un’abside e, sulla facciata di uno degli
archi interni, alcuni frammenti di un affresco raffigurante due volti umani.
La presenza dell’ambiente consacrato e, di conseguenza, non demolibile, avrebbe determinato
un’opera di soprelevazione così articolata.
Essendo il vano in questione connesso, nell’angolo Nord – Ovest, con la muratura di recinto
realizzata nella seconda fase evolutiva del complesso architettonico, si potrebbe supporre una
collocazione temporale dello stesso, nel primo periodo della dominazione normanna.
Ad avvalorare tale ipotesi, potrebbe concorrere anche un’analisi della tipologia della struttura
fortificata che, in questa fase, si presentava come un recinto dalla forma piuttosto irregolare,
munito di torri dalla caratteristica forma quadrangolare irregolare. Questa tipologia, infatti,
è comune a molte strutture fortificate dell’Italia Meridionale, per le quali è riconosciuta la
matrice normanna.