Il recinto oggetto dell’analisi e le torri ad esso connesse costituiscono una seconda fase,
chiaramente riconoscibile, dell’evoluzione del Castello.
Non è altrettanto certa la datazione del suddetto recinto; se il prof. De Tommasi fa risalire
questa seconda fase evolutiva al primo periodo della dominazione normanna, il prof. Saliani
identifica nelle medesime strutture il più volte citato fortilizio bizantino.
Il recinto nel quale si è identificata la seconda fase dell’evoluzione del Castello, non
presenta, al suo interno, salvo piccole eccezioni, strutture coeve.
Il corpo di fabbrica che si eleva a ridosso della cortina Nord, nello spazio compreso fra le
due torri d’angolo, pur essendo di matrice chiaramente medievale, è sicuramente il risultato di
un successivo momento costruttivo, frutto di un’organica evoluzione, piuttosto che di un unico
processo progettuale.
Un’attenta analisi delle apparecchiature murarie, dei portali, delle modanature, ci permette di
ipotizzare l’esistenza di una costruzione iniziale, suddivisa in due piani, che comprendeva
anche il piccolo corpo di fabbrica appartenente alla seconda fase. Della struttura originaria ci è pervenuto il solo piano terra, un piccolo ambiente a primo piano,
situato nell’angolo Nord – Ovest, e l’attiguo terrazzamento che permette l’accesso allo stesso.
Nel vano al primo piano ed in uno dei vani al piano terra si trovano due archi ogivali uguali,
caratterizzati dall’imposta particolarmente bassa, mentre nel piano terra l’arco è visibile
solo all’interno dell’ambiente, perché nascosto dal paramento esterno, nel quale è ricavato
l’attuale portale d’accesso.
A detta del Saliani, l’estradosso dell’architrave del suddetto portale d’ingresso, composto di
due segmenti curvilinei, è come un anello di congiunzione tra la linea bizantina dell’estradosso
dell’architrave del portale contiguo, e quello ogivale dei due archi che si trovano nel suo
interno. Di questi due archi uguali, basati su piedritti con tavoletta di coronamento,
uno fa corpo unico col muro di facciata e l’altro aderisce all’opposto muro di fondo, che è la
cortina settentrionale bizantina. Inoltre, si potrebbe ipotizzare che in origine, il vano al
primo piano avesse, analogamente a quello a piano terra, sia il paramento esterno sia il portale,
e che l’arco ogivale fosse, invece, un elemento con funzioni prevalentemente statiche (arco di
scarico).