Nel 1304, Carlo II d’Angiò donò il Castello di Sannicandro in feudo al Capitolo di S. Nicola;
cominciò, così, a venir meno la maggior parte di quelle esigenze militari che sino ad allora
avevano costituito la peculiarità del Castello.
Il feudo comincia ad assumere, a partire da quegli anni, in maniera sempre più evidente, le
connotazioni tipiche di una grande azienda agricola.
Il primo intervento costruttivo effettuato all’interno del Castello o, per dirla con il prof.
Saliani, il primo attentato alla sua integrità, fu la costruzione di un mulino nella parte
meridionale della corte interna.
La parte maggiormente interessata dalle “ristrutturazioni” effettuate dal Capitolo, fu proprio
quella esposta a Sud, in quanto tale spazio scoperto, compreso fra le due robuste cortine
murarie concentriche, si prestava meglio ad essere coperto da una “lamia” (volta), e ad essere
trasformato, di conseguenza, in un’utile sequenza di ambienti collegati al Castello.
Alcuni esempi di questa maniera di operare, localizzati nell’angolo Sud – Est del Castello, si
sono conservati sino ad oggi.
Nonostante tutti i rifacimenti subiti, fino alla metà del secolo scorso, il Castello non aveva
subito notevoli alterazioni.
Purtroppo, un gravissimo incendio divampò nel Castello il 17 Agosto del 1850, danneggiando, in
alcuni casi irreparabilmente, il complesso architettonico.