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Sant'Antonio Abate: le tradizioni popolari
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Nel corso dei secoli la devozione a S. Antonio
Abate ha dato vita a innumerevoli manifestazioni di carattere
religioso-folkloristico in tutta la penisola, molte delle quali ancora
sopravvivono, mentre altre vengono riscoperte e rivitalizzante. Ecco le più
significative e ricorrenti nel giorno della festa, 17 gennaio, che si celebra
sin dal 473.
La benedizione degli animali, del pane e
delle fave.
Il 17 gennaio, sui sagrati e le piazze di
molte chiese, si svolge la benedizione di animali abbelliti per l’occasione con
nastri e nappe variopinte: cani d’ogni razza, gatti, uccelli, tartarughe,
criceti, pesciolini e anche agnelli, pecore, capre, cavalli. Si rinnova così una
tradizione secolare, che ha ripreso vigore grazie anche alla riscoperta della
natura, alla cultura ecologista, all’amore verso gli animali. In molte località
permane ancora l’usanza di distribuire il pane e le fave benedette (in luogo di
queste si usano anche ceci, grano e granoturco bolliti). Di frequente, dopo la
benedizione degli animali, i proprietari che portano cavalli, asini, muli,
lanciano gli animali in una corsa sfrenata per le vie della città.
Il fuoco.
La sera della vigilia della festa del Santo viene acceso un
fuoco, di solito di grandi dimensioni, che brucerà per molte ore della notte.
Intorno ci si intrattiene a lungo, conversando e arrostendo salsicce e carne di
maiale. In alcuni paesi il giorno della festa vengono prelevati i carboni spenti
e portati nelle stalle come gesto propiziatorio.
La questua.
In occasione della festa
del Santo, gruppi di giovani e uomini mascherati vano di casa in casa cantando
appositi canti e ricevendo in compenso generi alimentari (anche carne di maiale)
che poi verranno mangiati in compagnia.
Le rappresentazioni della lotta con il
demonio.
In molte
località vige la tradizione di rappresentare scenicamente gli assalti portati
dal demonio al Santo eremita. Personaggi vestiti da demoni ingaggiano una
battaglia con un attore che impersona S.Antonio, che, alla fine, riesce a
metterli in fuga e a farli cadere a terra sconfitti.
Il porco di S. Antonio.
Una usanza ormai scomparsa era quella di
allevare un maialino che poteva girare liberamente per l’abitato e che veniva
alimentato da tutta la popolazione. In occasione della festa del Santo
l’animale, detto " il porco di S. Antonio ", veniva ucciso e le sue carni date
ai poveri della comunità o vendute per finanziare la festa del Santo.
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