|
Sant'Antonio Abate: la devozione
|
|
S. Antonio Abate, venerato come
un uomo di Dio, ebbe subito un gran numero di devoti, attratti dalla sua santità
fatta di profonda saggezza, di preghiera unita al lavoro, di lotta al male che
umilia e impoverisce l’uomo, di amore per i poveri, gli umili, i malati. Il
culto di S. Antonio cominciò, per certi aspetti, durante la sua vita. S.
Girolamo attesta, infatti, le preoccupazioni del Santo
perché un certo Pergamo, ricco signore
dell’Egitto, si riprometteva di trasportare il corpo nella sua
proprietà per erigergli una
chiesa. S. Atanasio, che riferisce la proibizione di Antonio ai due discepoli di
manifestare ad alcuno il luogo della sepoltura, conservò con grande venerazione
la tunica e il mantello che egli stesso, molti anni prima, gli aveva regalato.
Ma il culto di Antonio varcò
ben presto i confini dell’Egitto e si diffuse nell’Oriente e nell’Occidente. S.
Eutimio, abate in Palestina, ne fece celebrare la festa il 17 gennaio, presto
imitato da Costantinopoli e dal mondo Occidentale. Il popolo faceva ricorso a
lui contro la peste, contro i morbi contagiosi e contro il cosiddetto " fuoco di
S. Antonio ". Il culto del Santo conobbe nuovo impulso e più ampia diffusione in
Occidente quando la LEGENDA AUREA di Jacopo da Varagine (sec. XIII) ne fece
conoscere la figura, arricchita anche da tradizioni popolari che la resero più
colorita e suggestiva. Da allora fu la gente dei campi ad eleggerlo
universalmente come PROTETTORE DEGLI ANIMALI DOMESTICI estremamente
importanti in una società essenzialmente agricola. Antonio stesso si dedicava al
lavoro della terra, dalla quale traeva il suo sostentamento e anche di che fare
la carità a chi andava a trovarlo. Nonostante i cambiamenti della società, la
devozione a S. Antonio Abate è rimasta viva e ha saputo trovare nuove
motivazioni e nuove forme per invocare sempre il patrocinio di questo Santo.
|