Martina Franca e le sue origini
Storicamente Martina Franca è una città abbastanza recente essendo stata fondata nel 1310 da Filippo D’Angiò, principe di Taranto, nonchè figlio del re di Napoli, Carlo lo Zoppo. Le motivazioni della sua fondazione appaiono ancora oggi tutt’altro che chiare; tuttavia alcune ipotesi possono essere accettate con un buon livello di sicurezza e possono essere riassunte in due punti fondamentali, di ordine strategico-militare e di successiva organizzazione del territorio attorno ad un nucleo urbano. La fortificazione della città fu affidata ad un esperto ingegnere militare Francesco di Monteleone, il quale provvide a circondare alcuni insediamenti preesistenti con una robusta cinta muraria rinforzata da un sistema di 24 torri, 12 rotonde ed altrettante quadrate e con 4 grandi porte d’accesso sistemate ai vertici di un approssimato punto d’incontro tra un asse decumano ed uno cardo. Allontanatosi il pericolo della guerra, Filippo D’Angiò, adottò una politica di concessione di privilegi in senso nettamente antifeudale : agli abitanti fu concessa la possibilità di costruirsi l’abitazione all’interno delle mura e di pascolare il proprio bestiame nei territori limitrofi senza nessuna forma di pedaggio. Martina, diventò in tal modo “Franca”, rimase angioiana fino al 1507, anno in cui fu assegnata come Ducato alla potente famiglia dei Caracciolo del Leone, dipendenti del regno di Napoli. I decreti del 1464 e del 1495, liberalizzarono le possibilità di edificare importanti strutture di carattere popolare, di servizi architettonici quali: “Pergole, Inchiostre”, cioè ballatoi comuni di accesso, verande e cortili condominiali che costituiscono la cosiddetta “Architettura Spontanea” che ancora oggi costella le vie del centro storico. Differente fu invece il destino degli insediamenti edilizi privati che vengono indicati con il nome di “Case Domenicali”, ossia patronali e che rappresentarono un tipo abitativo elitario. La casa domenicale, ebbe soprattutto una dimensione orizzontale: accanto all’abitazione patronale si sviluppò la presenza di numerosi servizi, quali la servitù, stalle, magazzini, il cortile con pozzo centrale su cui si aprivano gran parte degli ambienti, il giardino spesso riservato a cultura di tipo domestico, lo spazioso ingresso. Le successive ristrutturazioni settecentesche nella forma del palazzo monumentale finirono quasi per spazzare via questa originale tipologia. Allo stato attuale quasi tutti questi edifici al di là della cortina architettonica barocca, all’esterno conservano parte dei cortili e dei giardini interni e frammenti dei muri di cinta.