CENNI STORICI E NOTIZIE GENERALI



Nel Medioevo la città di Matera era circoscritta al colle della Civita. I Sassi erano ancora vuoti o, al massimo, occupati da qualche stalla e deposito. Esisteva la sola diocesi di Matera. Nel 1203, però, quando era papa Innocenzo III, si decise di fondere la diocesi di Matera con quella di Acerenza, facendone una sola. Il primo vescovo della nuova diocesi, così unificata e così ampliata, fu Andrea, che volle celebrare l'avvenimento progettando la costruzione di una nuova Cattedrale che, nella sua magnificenza, fosse degna della nuova condizione religiosa ed amministrativa.

Matera aveva avuto fin ad allora, ovviamente, la sua Chiesa Madre, ma era troppo modesta per i nuovi tempi. Essa era dedicata a S.Maria d'Episcopio, secondo altri a S.Maria di Matera.
Di certo c'è che, accanto ad essa, c'era il cenobio benedettino di S:Eustachio, che, nel 1093, aveva avuto il suo momento di gloria quando, stando a quel che scrive Lupo Protospata:

"mense octobris...Urbanus (II) papa venit in Materam et applicuit ad cenobium sancti Eustachij cum grandi plebe hominum"

("nel mese di ottobre, venuto a Matera, papa Urbano II si fermò presso il monastero di S.Eustachio, avendo al suo seguito molti uomini"); si stava infatti dirigendo in Terra Santa.

Sulle pareti esterne della attuale Cattedrale, secondo alcuni studiosi, si possono anche ammirare, a tutt'oggi, alcune sculture della vecchia chiesa, attaccate alla nuova costruzione, perchè non andassero perdute. Tale, per esempio, sarebbe la scultura del cavaliere che, posta sul rosone del lato Sud, è stata sempre identificata con S.Eustachio. Delle pitture murali, invece, resta traccia nell'affresco bizantino detto della "Madonna della Bruna". Infine, sotto la chiesa vi è tutto un sistema di archetti che sovrastano un camminamento e numerose tombe collocate in corrispondenza degli altari. Nonostante ci sia poco da analizzare e da analizzare in questi resti, ci sono fondati motivi per credere che la chiesa originaria fosse in stole gotico e abbastanza alta; ma, come si diceva, doveva essere piccola per la nuova e più grande diocesi sognata dal vescovo Andrea. La nuova Cattedrale sorge oggi, come la vecchia Chiesa Madre, proprio in cima al colle, svettante tra la terra ed il cielo.

La sua costruzione cominciò intorno al 1230 e fu portata a termine nel 1270, secondo quanto si legge sull'architrave
della porticina che conduce al campanile:

"Mille ducentenus erat annus septuagenus/dum fuit completa domus spectamine leta"

("Era l'anno 1270 quando, bello a guardarsi, fu completato questo tempio").

Non si conosce il nome di chi abbia progettato e costruito la nuova Cattedrale. Gli studiosi tutti, però, concordano nel dire che si trattava di maestranze provenienti dalla Terra d'Otranto, della quale, anche Matera faceva parte. Le affinità con la Cattedrale di Bitonto e con la Chiesa dei SS.Niccolò e Cataldo a Lecce, potrebbero essere una conferma indiretta. Dal 1270, ovviamente, ci sono state numerose sovrapposizioni; è vero, però, che esse hanno interessatosolo l'interno; l'esterno, invece, è rimasto pressochè immutato, certamente perchè grande è la suggestione che essa esercita, alta com'è e quasi prosecuzione naturale della collina. Anzi, proprio per accentuare questo carattere di continuità con la collina, nel XVIII secolo fu costruita la cuspide piramidale del campanile, che snellì ulteriormente l'intero complesso e quasi lo proiettò d'un ulteriore balzo verso il cielo.
Proprio tra Seicento e Settecento, avvennero anche molti interventi interni, perchè, per un certo costume barocco, fu di moda sovraccaricare di apposizioni solenni e magnifiche la nuda semplicità di tutti i luoghi sacri. Fu nel 1627 che il vescovo Fabrizio Antinori (1622-1630) procedette alla riconsacrazione con rito latino della Cattedrale, dedicandola a Santa Maria della Bruna e a Sant'Eustachio. Mons.Simone Carafa (1636-1647) fece sucessivamente alzare di alcuni gradini il presbilterio. Mons.Antonio de Los Ryos y Culminares (1678-1702), quindi, rifece tutto il pavimento; ma fu Mons.Antonio Maria Brancaccio (1703-1722) a rifare completamente l'interno della chiesa, portandolo alla condizione attuale.

Una iscrizione del 1718 celebra così l'evento:

"Sanctum templum tuum Domine/mirabile in aequitate/Antonius Maria Brancatius/Archiepiscopus Matheranus/pia munificentia reddidit"

("Il tuo santo tempio, Signore,/mirabile per simmetria,/Antonio Maria Brancaccio,/Arcivescovo materano,/con devota munificenza restaurò ").

Gli interventi successivi furono di poco conto; l'evento più importante si verificò nel 1962 quando, la Cattedrale di Matera per decreto di papa Giovanni XXIII, fu elevata a Basilica Minore, come da iscrizione posta al lato del bussolone sulla porta "dei leoni".





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