| I recenti studi condotti sulla chiesa di SANTA MARIA di BARSENTO hanno consentito di gettare ulteriore luce sugli interrogativi riguardanti le trasformazioni strutturali e architettoniche subite dall' edificio nel corso dei secoli e sulla dinamica di espansione dell' antico casale omonimo, di cui la chiesa faceva parte. Proprio alle fasi di crescita del casale e' legata la storia della presenza della chiesa.
L' antico villaggio sorse e si sviluppo' probabilmente in epoca preromana lungo il sistema collinare a ridosso di un lago di cui esiste ancora l' invaso a forma di dolina identificabile con la zona limitrofa alla masseria De Bellis, posta a nord dell' attuale chiesa. Non e' escluso che la chiesa sorse o sui resti dell' antico casale distrutto dai Mottolesi o come evoluzione di un tempio pagano.
Vero e' che da un esame attento del prospetto triabsidato di nord-est, sono evidenti le linee che evidenziano la prima fase costruttiva del monumento, che era ad aula unica con tetto a falde inclinate e monoabsidata, corrispondente all' attuale navata centrale sia pure di altezza ridotta. Probabilmente quando il casale fu distrutto ad opera dei Mottolesi nel 1040 la chiesa fu risparmiata ed intorna a questa risorse un villaggio. Probabilmente l' ampliamento
a ter navate della chiesa e' ascrivibile a questo periodo, dal momento che l' impianto triabsidale con finestrella nell' abside centrale accomuna l' edificio ad altri di carattere romanico. Di certo si sa che la chiesa, una volta ampliata, fu dotata protiro, di pianta quadrangolare, chiuso ai lati ed ebbe tetto a falda inclinata coperto di chiancarelle di quota molto piu' bassa dell' attuale come suggeriscono segni evidenti di cornici sul prospetto nord-est della chiesa.
Tracce documentate di epoce piu' recenti, riguardo alla sua storia ed alle trasformazioni subite nel XVIII secolo. A quest' epoca sono ascrivibili probabilmente le trasformazioni che attengono all' innalzamento delle volte, alle modifiche dei profili delle sagome delle falde di copertura e la formazione delle volte al posto dei tradizionali tetti in parte supportati da capriate lignee.
Gli elementi che informano queste ipotesi sono offerti dal fatto che l' abside della navata destra appare rimpicciolita internamente per motivi statici da una rifoderatura. Sempre all' interno i pilastri risultano ingranditi con il dilatarsi planimetrico e non trovano corrispondenza nelle arcate cieche laterali, i cui arconi perimetrali, per altro, non son simmetrici fra loro.Evidentemente i muri laterali furono ricostruiti in epoche differenti per sostenere
insieme ai pilastri centrali il peso delle volte gravanti al di sopra. La stessa copertura, distinte con tetti a spioventi per ogni navata, risulta essere un metodo inconsueto e questo sta a spiegare l' ampliamento subito dalla badia che era originariamenti ad un unica navata. Lo stesso protiro ed il campanile a vela sono giustapposizioni postume.
|