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La
Sagrestia |
Dal breve transetto di accesso del presbiterio, sul lato
nord, s'apre la porta d'ingresso alla sagrestia. Entrando
si legge: "Chi non appartiene al clero si
allontani e non entri in questo luogo ove si custodiscono
cose sacre". Si accede da questa porta al primo
vano della sagrestia che è il più antico ed era l'unico
prima del 1703, quando cresciuto il numero dei sacerdoti,
si rese necessario ampliare la sagrestia. Mancava però
l'area su cui erigerla. Esternamente alla prima sagrestia,
vicino alla porta chiamata del "Cauorto",
vi era un buon tratto di terreno di che venne comprato
dalla famiglia Imperiali e sul finire del 1703 si
costruì, così, la nuova sagrestia, in perfetta
corrispondenza col piano della prima; ne nacque un vuoto
sottostante che servì ad ampliare l'ossario già
esistente. Originariamente l'abside era illuminato da tre
finestrelle che oggi si possono ammirare perchè liberate,
come anche la volta, dalle incrostazioni e sovrastrutture
posteriori. La prima di queste, a ponente, rimase ostruita
dalla costruzione della cappella dell'ultima navata
di sinistra: è una bella bifora con una svelta colonnina
centrale. Le altre due finestre sono monofore e terminano
in alto con un archetto, dentellato per tutto lo spessore
della parete, di bellissimo effetto. Le tre finestrelle
sono sormontate da un'elegante cornice semilunare,
sfrangiate agli estremi come le basi degli spigoli che
sorreggono la volta. La finestra a levante rimase chiusa
con l'ampliamento della sagrestia, per cui questa stanza
riceve oggi scarsa luce dall'unica finestrella che dà
all'esterno. Fra gli arredi sacri che si conservano nela
Chiesa, si ricordano un seggiolone e due scanni ricamente
intagliati e un artistico leggio. Si conserva pure una
superba pianeta in damasco rosso, ricamata in oro. |
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