Considerando questi eventi, possiamo tracciare una possibile genesi
distributiva dell’edificio, in quanto da unica abitazione fino alla metà del
1700, in seguito alla diramazione del nucleo familiare, il palazzo diventò
dimora per due famiglie e pertanto in esso vennero realizzate delle
modifiche che resero indipendenti gli ambienti, che precedentemente
costituivano un unico appartamento e che da questo momento in poi,
risulteranno equamente divisi in due parti. Tuttavia, per poter effettuare
una precisa lettura architettonica, considerando tutte le variazioni
distributive succedutesi nel tempo, è necessario delineare un più preciso
albero genealogico della famiglia Santoro a partire dal 1750 circa, ovvero
da quando si sono verificati eventi che hanno determinato il frazionamento
dei locali del manufatto. Dunque,
sappiamo che Domenico Antonio Santoro, sposato con donna Teresa Sifoli di
Trani, ebbe due figlie, Geronima ed Antonia, le quali sposarono
rispettivamente: Domenico de Lena e Giuseppe Padula. L’8 ottobre 1761 venne
redatto un atto notarile dal notaio Tommaso Antonio Schiavone, mediante il
quale furono divisi i locali di palazzo Santoro fra le due sorelle Antonia e
Geronima, alle quali furono assegnati rispettivamente il primo ed il secondo
piano del palazzo; da questo momento in poi infatti Palazzo Santoro sarà
appellato: Palazzo Santoro Padula-Appio. Il primo piano del palazzo, da
questo momento in poi apparterrà alla famiglia Padula ed ancora oggi la
suddetta famiglia può vantare il possesso di una porzione dello storico
manufatto, essendosi così evoluti gli eventi:dal matrimonio di Antonia
Santoro con Giuseppe Padula, avvocato, nacquero più figli dei quali il
primogenito Raffaele ereditò l’appartamento dei genitori al primo piano. A
sua volta Raffaele Padula ebbe due figli, Laura e Domenico ed a questi
lasciò il possesso della proprietà, dividendola in parti uguali. Infatti
l’appartamento al primo piano fu diviso probabilmente nella metà del 1800:
da allora l’appartamento ricavato da questo frazionamento e posizionato
sulla destra del pianerottolo, divenne proprietà di Domenico Padula, quello
a sinistra di Laura Padula. Laura con un atto notarile di successione del
1884 fece a sua volta erede il nipote Raffaele Padula, nonno di Antonio,
l’attuale proprietario dell’appartamento al primo piano e dotato di giardino
privato. Domenico Padula invece sposando una Giordano ebbe una figlia che
chiamò Imma e che poi sposò uno degli Annunziata che ancora oggi possiedono
l’appartamento localizzato sulla destra del pianerottolo del primo piano. Mentre
il primo piano di palazzo Santoro, oggi è ancora proprietà dei discendenti
della nobile ed illustre famiglia materana, altrettanto non si può dire
delle sorti del secondo piano del nobile palazzo, che oggi, invece, è
posseduto da un altrettanto prestigiosa famiglia, ma non discendente dal
blasonato casato. Infatti Geronima Santoro sposando Domenico de Lena, nel
primo quarantennio del 1700, ebbe una figlia che chiamò Maddalena e che
sposò a sua volta il dott. Claudio Appio. Da questa unione nacque Francesco
Paolo Appio, che sposando Anna Gattini (nobil donna materana) in quanto
appartenente ad una delle casate più illustri della città, ebbe un figlio
che chiamò Enrico Appio. Enrico Appio sposò Marianna Palummo ed ebbe un
figlio che chiamò come il padre, Francesco, che in data 12 dicembre 1905,
vendette al giudice Cesare Bronzini il secondo piano del palazzo, poi
ereditato dai suoi discendenti. |