FESTA DI SAN CANIO MARTIRE


Ogni anno il 25 maggio ricorre la festa di San Canio, vescovo e patrono della città di Acerenza. Migliaia di fedeli si riuniscono e partecipano con devozione alla manifestazione liturgica. Accorrono anche molti turisti provenienti non solo dall'Italia, ma da ogni parte del mondo, affascinati dalla bellezza della "Città-Cattedrale" e desiderosi di saperne di più circa la storia della vita del martire. La cerimonia si svolge in due tappe:
1) Celebrazione della Santa messa verso le ore 11,00;
2) Processione dei fedeli a seguito del Santo per le vie principali di Acerenza, verso le ore 17,00;
È molto bello vedere come tutti, anche i giovani, partecipino con volontà ed interesse alla manifestazione. La processione inizia dalla Cattedrale, laddove si conserva la statua del Santo e prosegue anche per la città nuova. A vederla sembra un lunghissimo corteo che non termina mai! La giornata si conclude di solito con fuochi d'artificio ed uno spettacolo musicale. A proposito di questa ricorrenza, una data sicuramente da ricordare è: Sabato 25 maggio 2002 . In tale occasione l'Arcivescovo di Acerenza Mons. Michele Scandiffio, alla presenza, di autorità religiose, civili, militari e di un gran numero di fedeli, ha presieduto alla cerimonia dello scoprimento e della benedizione della nuova copertura in bronzo dell'antico e prezioso battistero, appartenente alla precedente cattedrale longobarda dell'VIII sec., fatta costruire dal vescovo Leone II (776-799) per accogliere degnamente le spoglie del santo martire Canio. La cerimonia è stata accompagnata da alcuni canti previsti dal cerimoniale ed eseguiti dalla Corale Polifonica della Cattedrale. Il Battistero della Cattedrale, posto nell'absidiola situata nel transetto destro verso la fine degli anni sessanta, per motivi legati alla liturgia post conciliare, viene finalmente ricollocato nel luogo proprio, dove è rimasto per secoli cioè nella navata sinistra nei pressi del museo del duomo. L'opera è dello scultore Prof. Armando Marrocco, originario di Galatina nella provincia di Lecce, ma trasferito nel 1963 a Milano, dove vive e lavora.

L'artista, autore di numerose e splendide opere in bronzo è molto apprezzato dalla critica nazionale ed internazionale. Numerose sono le sue presenze in rassegne italiane e mondiali, da oltre trent'anni la sua produzione è rivolta soprattutto al sacro e molte sue opere sono perfettamente inserite in cattedrali in Italia e all'estero. La realizzazione dell'opera non doveva essere solo una pura e semplice, seppur bella, copertura ma, come dice il prof. Cosimo Damiano Fonseca in un suo intervento sul quotidiano Avvenire "si trattava di conciliare nel programma iconografico, che al pari della civiltà per immagini del medioevo, doveva consentire un intelligente percorso di lettura, almeno due esigenze: quella ambientale, tenuto conto della imponente fabbrica entro cui insiste il battistero costituita dall'attuale cattedrale eretta nell'XI secolo in continuità con quella tardo-antica, e il linguaggio storico-artistico che non poteva prescindere da stilemi e forme in sintonia con la mentalità e il gusto di chi si pone oggi in relazione con uno stigma fortemente coinvolgente sul piano teologico ed ecclesiologico. Entro questo duplice registro si è inserito a meraviglia Armando Marrocco".La copertura del battistero a cono piramidale è formata dalla composizione di otto pannelli a spicchi in bronzo sui quali sono rappresentate scene del vecchio e del nuovo testamento: la creazione, il peccato originale, l'arca di Noè, il sacrificio di Isacco, il passaggio del Mar Rosso, e ancora, l'annunciazione a Maria, la crocifissione del Cristo e la sua resurrezione, mentre sulla cuspide della piramide spicca una colomba simbolo di purezza e di pace. La Cattedrale di Acerenza, scrive ancora il prof. Fonseca, "è un monumento saldamente integrato nella realtà urbana sino ad indicarlo con lo slogan di Città Cattedrale come si legge sulla segnaletica stradale che indirizza attraverso una sequenza di pianori collinari, al vertice del monte nel cuore della Basilicata. Una città cattedrale dove aveva sede, secondo la migliore tradizione cristiana, con il vescovo, l'unico battistero della chiesa locale. È giusto, quindi, che a questo segno di alto significato spirituale e liturgico si sia sempre prestato, al pari dell'area sacrale dell'abside, una particolare e doverosa attenzione".