LA FACCIATA PRINCIPALE


Partendo dalla facciata immediatamente lo sguardo si posa sull'elegante portale formato da due colonnine sorrette da orribili animali che divorano esseri umani. Al di sopra dei capitelli due sfingi sorreggono sulle spalle un arco giunto a noi mutilo, ma che doveva essere formato da angeli, come appare dai frammenti alla base dell'arco e da altri conservati nel piccolo museo dell'opera.Molti dicono che questo portale è di stile romanico pugliese, ma la sua storia è tutta da scrivere e non sarà improbabile accertarne l'origine più antica e magari esemplare dei classici portali pugliesi di Altamura e Bari. Mancano, sotto le colonnine, i due leoni di pietra che certamente c'erano all'origine: uno è stato messo di recente in cima all'angolo sinistro della facciata, l'altro è stato scoperto, mutilo, ma ancora leggibile, murato all'angolo di una casa di Via Santa Sofia.


Gli stipiti della porta, riccamente scolpiti con motivi floreali e zoomorfi, potrebbero essere una composizione con pezzi preesistenti a questo edificio e in ogni modo tutti da studiare nella loro simbologia. Tuttavia un primo significato da una lettura superficiale potrebbe essere questo: gli animali orribili simboleggiano il male, il peccato che, entrando nel Tempio, bisogna lasciare fuori, per elevare l'animo al paradiso, di cui sono simbolo la vegetazione lussureggiante, i cerbiatti, i pavoni e i cavalli rampanti degli stipiti e gli angeli al di sopra delle colonnine e dell'archetto mutilo. Sul portale, sotto il rosone, vi è uno stemma in marmo dei Conti Ferillo, che intorno alla metà del 1500 fecero restaurare la facciata ed il campanile. Sulla cuspide della facciata vi è una croce marmorea di recente fattura, nel posto dove per secoli fu il busto di Giuliano l'Apostata, venerato come San Canio ed oggi conservato all'interno. A sinistra un piccolo portale porta al museo del Duomo.