L'ALTARE DI SAN CANIO


L'altare così come si presenta è in realtà il rivestimento marmoreo operato alla fine del '600 di un'altare in pietra certamente più antico, forse quello del 799, l'anno in cui il Santo Vescovo Leone fece trasportare da Atella in Campania le Reliquie di San Canio. L'antico altare in pietra, come si può vedere attraverso l'unica apertura circolare di appena 15 cm di diametro, è una specie di sarcofago, m. 2.25 (internamente m. 1.95, profondo m. 0.60, alto m. 0.57) e alto m. 1.09; il loculo è alto cm 69. Sul fondo del "sarcofago" è poggiato un bastone ligneo, privo di riccio, lungo cm 145 e di circa cm 5 di diametro. Il bastone è nodoso per la sua lunghezza eccetto i primi 10 cm che sono lisci. Poggia su un piano accidentato e ruvido. Detto bastone si muove spontaneamente. A volte è talmente vicino all'apertura da potersi toccare con le dita, altre è invece a metà o in fondo all'abitacolo da potersi appena vedere con l'aiuto di una torcia elettrica.


L'apertura è protetta da una porticina di legno. A destra vi è un'altra porticina lignea, ma è finta; serve solo alla simmetria. La tradizione, costante dal 799, e avvallata lungo i secoli da documenti di Arcivescovi che effettuarono la ricognizione canonica delle Reliquie, attribuisce il Pastorale a San Canio, portato e riposto in Cattedrale insieme al suo corpo. Nulla vieta dunque che questo fenomeno possa essere per il credente un "segno", un richiamo, un dono, uno stimolo. Purtroppo non si sa dove sia ora il Corpo di San Canio. Occultato molto bene durante l'invasione dei Saraceni, per evitarne la profanazione, se ne è persa la memoria del nascondiglio. A destra della Cappella di San Canio, in una nicchia, è un affresco raffigurante la Madonna in Trono con San Francesco e San Girolamo negli stipiti. Purtroppo l'affresco è deteriorato a causa della sovrapposizione degli stucchi della decorazione barocca ed è mutilo nella parte superiore, avendo aperto su di essa una finestra nel deambulatorio, quando fu chiusa quella dell'absidiola, per far posto alla nicchia di San Canio.

L'affresco è probabilmente del Frescante, nella prima metà del secolo XVI, dei pilastrini della Badia di Anglona, il quale assimila lo stile ed i motivi di Giovanni Luce da Eboli. Di fronte vi è un piccolo affresco raffigurante San Pietro, fatto dipingere da un Canonico Cantore Acheruntino, forse dello stesso autore dell'affresco precedente. Percorrendo il deambulatorio si notano alcuni frammenti di colonne romane scanalate. Al termine del transetto sinistro vi è una porticina che immette nell'altra torre scalare per accedere ai tetti. Nella parete di fondo del transetto, l'altare barocco sembra sorreggere l'Edicola del SS. Sacramento, che attraverso decine di simboli scolpiti sulla pietra, è un piccolo "trattato" sull'Eucarestia e sulla Messa. L'opera potrebbe essere di mastro Pietro da Muro Lucano. Al centro è collocato un dipinto su tavola rappresentante la Deposizione, di Antonio Stabile, del 1570 circa. A sinistra dell' altare vi è una bella lapide marmorea riproducente un rescritto di Gregorio XIII, con il quale il pontefice concede privilegi spirituali in seguito ad una petizione dell'Arcivescovo Sigismondo Saraceno.