I Caratteri Morfologici del Paesaggio

 

Posta sull’estremo lembo occidentale del Tavolato pugliese delle Murge, Matera si estende, a nord-ovest, verso il territorio collinare della Matine il cui toponimo rinvierebbe a mata, che nel significato di rupe e di altura è radice semantica comune ad altre aree del paesaggio meridionale ed è presente nel nome stesso della città. Anche se da altri il nome Matera viene collegato alla forma medievale Materias (materia), con riferimento al materiale ligneo dei boschi lucani, appare evidente che, comune all’una e all’altra forma etimologica, è una connotazione essenzialmente rupestre, che riflette i caratteri morfologici e ambientali dell’area interessata. Il primo insediamento umano che si registra nel luogo in cui sarebbe sorta Matera si stabili’ su un paesaggio ambientale di formazione calcarenitica, da riferire al Calabriano, sovrapposta a calcari del periodo Cretacico. Cavità naturali si aprirono negli strati più facilmente erodibili, dando luogo nel tempo, sul versante destro della profonda incisione aperta dalla Gravina, alla formazione di vere e proprie successioni di cavità sovrapposte le une alle altre. L’insediamento originario, ma anche delle fasi posteriori, infatti, risulta fortemente condizionato delle caratteristiche morfologico-strutturali, litologiche, idrogeologiche e geomeccaniche che avrebbero favorito un’occupazione quasi permanente del luogo. La regione fisica di speciale interesse è l’altipiano carsico della murgia, prospiciente la Fossa bradanica e le piane di Taranto e Brindisi; essa comprende l’ampia estensione dei versanti destro e sinistro del torrente Gravina, e, per omogeneità fisica, le località di Murgecchia e Murgia Timone, individuabili sull’altipiano che fronteggia a est della Gravina l’insediamento della Civita. Questi siti furono interessati dalla presenza di insediamenti preistorici durante il neolitico, quando l’assetto geomorfologico dell’area non doveva differire molto da quello che è possibile osservare oggi sul pianoro sinistro della Gravina, solo debolmente intaccato dalle azioni antropiche. Dopo il grande freddo del periodo Wurmiano le condizioni climatiche della regione dovevano essere comparabili a quelle attuali, con oscillazioni sensibili dei valori di umidità e di aridità, e anche i processi geomorfologici avevano ormai trovato un sostanziale assestamento. Muovendo dal fondo della Gravina verso l’alto, la successione stratigrafica dei terreni affioranti mostra calcari cretacei, calcareniti quaternarie e argille grigio-azzurre quaternarie. I terreni più antichi, identificabili lungo i fianchi della Gravina, sono costituiti da calcari dolomitici del Cretaceo (Calcare di Altamura) e formano il basamento della regione, affiorando dove i successivi sedimenti quaternari sono stati asportati dall’erosione idrometeorica e fluviale e occupando il fondovalle e le due sponde della Gravina. Poggiano sui calcari i sedimenti calcarenitici calabriani (Tufo di Gravina), impropriamente detti tufi, attribuibili al Pleistocene inferiore. La serie stratigrafica mostra infine i sedimenti argillosi (Argille subappenniniche), sempre databili al Pleistocene inferiore, riscontrabili nella parte occidentale dell’area, in particolare a occidente della collina di La Nera. Materia lapidea di base è dunque la calcarenite, una roccia non stratificata, tenera e porosa, facilmente scavabile, le cui caratteristiche litologiche hanno consentito di elaborare nei contesti rupestri quei manufatti edilizi e sistemi viari propri degli impianti urbani sub divo. La natura friabile della calcarenite, la sua omogeneità e continuità topologica, di origine sedimentaria, furono infatti fattori determinanti della localizzazione antropica originaria e del determinarsi della mobilità abitativa archetipica dei centri rupestri: la grotta. Questa è la prima forma di ricovero che nel tempo sarebbe stata modificata per soddisfare le esigenze difensive e logistiche di chi vi aveva posto la propria sede. Le prime case palaziate, che sulle strutture scavate impostano quelle costruite, in realtà datano solo all’età medievale; ve ne sono alcuni riscontri riferibili all’incirca al IX secolo. A partire dall’Alto Medioevo, infatti, si sarebbe definito l’assetto dell’impianto urbano rupestre che nell’habitat naturale ha il suo modello genetico e nella roccia scavabile la materia costruttiva. Elemento fisiografico condizionante l’intera morfologia dell’area osservata è, come si è potuto evincere dal quadro fin qui prospettato, la Gravina di Matera, la cui configurazione attuale è risultata dal comporsi degli effetti di diversi fattori morfologici, tra cui determinanti appaiono le oscillazioni del livello marino, l’azione antropica e quella degli agenti idrometeorici. Dal punto di vista geotecnico, l’ambiente originario è stato fortemente alterato dai pressanti interventi fisici e antropici praticati sullo strato roccioso calcarenitico, che è a un tempo base delle strutture costruttive e materiali per l’edificazione dei manufatti edilizi, sicché “il tetto della grotta sottostante ed il terreno di posa della grotta o del manufatto in muratura soprastante” si identificano fino a non distinguersi, come già notarono non pochi studiosi e visitatori che almeno dal Cinquecento presero a osservare la città. Dal punto di vista morfologico invece l’area, nella parte centrale orizzontale è più elevata, è occupata dallo sperone calcarenitico della Civita (400 m. s.l.m.) , dominante le due cavee naturali aperte a valle, il Sasso Barisano a nord e il Sasso Caveoso a sud. Essa ha come elementi fisiograficamente caratterizzanti i due solchi di erosione fluviale, che in questo secolo sono diventati cardini importanti del sistema viario dei Sassi, via Fiorentino nel Barisano e via Buozzi nel Caveoso.

 


I "SASSI" e il territorio
Veduta dell'abitato che si affaccia sulla gravina


Paesaggio Murgico
Veduta di un tratto della Gravina


Cartolina
E' impressionante la simbiosi Sassi - territorio


Un territorio aspro
L'inospitalità del territorio


Il Torrente
Vista del torrente Pantano


Il Territorio
Scorcio della Murgia Timone


La Gravina
Veduta del taglio della gravina


Panorama
Stupenda veduta dei Sassi


Le Murge
Stupenda veduta delle Murgie