NAVATA SINISTRA

SULLA PARETE:è il dipinto della Madonna di Costantinopoli o del Perpetuo Soccorso.
La tavola su legno ricoperto di tela è datata tra la fine del XV sec. e la prima metà del XVI sec., ed è stata attribuita all’ambiente dei madonnari della costa adriatica. La Vergine, seduta su un largo sedile con cuscino a caramella, sorregge Gesù Bambino benedicente alla greca con la mano destra e nella sinistra un filatterio; nei due angoli superiori della tavola gli arcangeli Michele e Gabriele mostrano gli strumenti della passione di Cristo.

SECONDO ALTARE : Altare della famiglia Sagarriga e pala di S. Gaetano da Tiene (olio su tela).
Lo stemma della famiglia Sagarriga è scolpito al centro della lunetta sulla trabeazione: rappresenta un leone rampante accompagnato da rami di palma intrecciati e riuniti alla base. L’ altare fu eretto nel 1617 da Giovanni Luigi Sagarriga per l’arcavolo Gabriele, conte di Pontons e cavaliere spagnolo di Barcellona, giunto in Italia al seguito di Consalvo di Cordoba. Lo testimoniano a destra dell’altare una lapide ed uno stemma congiunto delle famiglie Sagarriga e Ala (sulla sinistra un fiore, tre bande e un’ala). Dopo aver sposato la nobile messinese Aldorisa d’Ala, Gabriele fu a Giovinazzo amministratore dell’erario. Al matrimonio di Giovanni Luigi con Isabella Barone di Bitonto e in seconde nozze con Lucrezia Scaraggi di Bitonto si riferiscono gli stemmi congiunti sul plinto delle colonne sinistra e destra dell’altare (rispettivamente una scala in banda accompagnata da due foglie e un leone con ramoscello).
La pala rappresenta San Gaetano (Vicenza, 1480-Napoli,1547) nel momento in cui rinuncia alla corona terrena, simbolo dei nobili natali, per ricevere da un angelo quella celeste. E’stata attribuita al pittore giovinazzese Saverio De Musso (1681-1763).

ALTARE MAGGIORE : San Giuseppe con Gesù Bambino (dipinto, olio su tela)
Attribuito a Saverio De Musso, il dipinto, sulla parete di destra, rappresenta San Giuseppe con Gesù Bambino e da sinistra Santa Lucia da Siracusa, Santo Stefano protomartire e Santa Fina da S. Gimignano.
Sotto il dipinto una lapide testimonia che nel 1617 Angelo de Risis, cavaliere gerosolimitano, costruì per sé e per i suoi un monumento funebre. Frontalmente, sulla parete di sinistra, è la lapide posta da Porzia Rahonia per il marito Andrea de Risis, fratello di Angelo.
L’iscrizione è del 1637, anno della morte del dedicatario.
Lo stemma della famiglia (banda al di sopra e al di sotto della quale sono cinque granelli di riso) è scolpito sulla pietra tombale posta al centro della navata davanti al presbiterio.
L’antico altare di pietra e il settecentesco coro ligneo di dieci stalli sono stati rimossi. Un nuovo altare di marmo bianco occupa dal 1972 il presbiterio, al di sotto del quale è il sepolcreto dei canonici.
La navata sinistra, ulteriormente ampliata nel secolo scorso, culmina nel gruppo scultoreo della Beata Vergine del Rosario di Pompei con San Domenico e Santa Caterina da Siena , opera del leccese G. Manzo compiuta nel 1897.
Tra il primo ed il secondo altare è la settecentesca statua in legno e tela gessata di Gesù che porta la croce. Sulla parete sinistra del presbiterio, sono custodite in una teca le reliquie del beato giovinazzese Nicola Paglia (1193-1255). Una lapide incisa posta all’ingresso della navata ricorda l’opera di restauro compiuta per volere del prevosto Giuseppe Illuzzi nel 1847 e, più avanti, è lo stemma della famiglia Planca (in capo un grifo uscente), che diede sei prevosti alla chiesa collegiata.




NAVATA DESTRA   VISITA LA CHIESA   PIANTA INTERATTIVA   HOME