RECENSIONE

CHIESE RURALI MEDIEVALI DEL NORD BARESE

 

Viste da Nicola Ditillo

 

 

Nel luglio 2001 viene pubblicato, dopo un lungo iter di ricerche e di attenti studi ad opera dell’associazione pugliese “Terre degli Ulivi”, un opuscolo narrante la storia e l’arte delle chiese rurali medievali a cupola in asse del Nord Barese.

Ripercorrendo le ricerche condotte da numerosi studiosi, in seguito alla scoperta avvenuta nel 1972 delle suddette chiese, prevalentemente concentrate nell’agro di Bitonto, Giovinazzo e Bisceglie, e la prima documentazione della grande Mostra PUGLIA sec.XI, Alle sorgenti del Romanico, lo scritto cerca di raccontare  un patrimonio ormai dimenticato, con l’intento di trasmettere la valenza storica, artistica, ma anche sociale, culturale, che lo stesso aveva nella civiltà medievale, e che tuttora dovrebbe rivestire per la comunità, come risorsa da riconoscere e valorizzare.

La narrazione è stata affidata prevalentemente a delle “immagini” che, quasi come preziose pitture, hanno voluto riportare alla vita la poesia, la bellezza, l’atmosfera sacrale dei manufatti rurali.

Ruderi di antiche chiesette nascosti tra gli ulivi e i mandorli, che hanno riscoperto i loro colori grazie al pennello, se così è lecito dire, di un fotografo che ha accompagnato l’associazione in questa attività di ricerca, Nicola Ditillo e che tuttora presta il suo talento nell’afferrare i frammenti artistici, che testimoni di un tempo andato, continuano a splendere di luce propria “intra moenia” ed “extra moenia” delle città pugliese. 

Ditillo ha riportato su carta fotografica un panorama che l’occhio contemporaneo vuole negarsi: l’abbraccio armonioso tra la natura e la pietra viva delle chiese, delle cappelle, di manufatti che furono dell’uomo e che sembrano opera del creato.

Ecco perché vogliamo parlare di pitture, di genialità, non riferendoci alla valenza architettonica delle opere, quanto al connubio perfetto, alla comunione, che queste hanno instaurato con l’ambiente, diventandone parte integrante, riflesso dei colori di un campo che, come onda di mare, giunge sino alle porte di San Basilio, dell’ulivo che pende su Torre S.Croce e che ne scandisce l’aritmia della sagoma, della melodia che nasce dal danzare dei rami che incorniciano l’Annunziata di campagna, e che penetra nelle mura, nel campanile.

L’opera d’arte nasce dall’ascoltare i suoni del creato, nel ripercorrere le sue forme, nel sentire l’emozione delle sue stagioni; e tale rapporto deve la fotografia, come istantanea dell’arte, rispettare per trasmettere la sua armonia, la sua genialità. Questo è  stato il compito dell’artista Ditillo, che come uomo ha contemplato, o semplicemente sentito, ascoltato e osservato le meraviglie che si mostravano tra le campagne delle nostre città, e che ha trasmesso tramite la sua fotografia, non trasfigurandone i colori, le sfumature, le forme.

Chiunque sfogli l’opuscolo potrà sentirsi partecipe di tale spettacolo, ma la fotografia ha come limite proprio la carta, e di tal limite se ne fa pregio, poiché essa sa raccontare ma è dato all’uomo di vivere, di percorre i sentieri che portano alle chiese, di toccare quelle pietre, di sentirne la musica.

Questo è l’obiettivo dell’associazione “Terre degli Ulivi” e dell’artista Ditillo: raccontare e soprattutto sensibilizzare la comunità nel riconoscimento di tali opere, viste come valori insostituibili, potremmo definire “luoghi notevoli”, e che se pur appartenenti ad una civiltà passata sanno ancora parlarci e farci emozionare.


                      

                                                                                                Anna Castellano


La seguente pubblicazione può essere richiesta presso l’ass. “Terra degli Ulivi” (cell.339 4246670),  e presso lo “STUDIO D” di Nicola Ditillo, via A.Gioia n.34, Giovinazzo (tel. 0803943205).

 

 

Recensione uscita il 26 luglio 2004 sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno, alla voce “Lettere e Società”.


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