Gli Acquaviva D'Aragona In un documento dei registri angioini del 12 settembre 1269 Carlo I d’Angiò ordina a Consilio De Baro di consegnare il castello di Acquaviva a Galgano De Marra. Di li a pochi mesi Acquaviva viene infeudata al francese Guglielmo de Santeguevilla e resta sotto il dominio di questa famiglia fino alla fine del XIII secolo. La fonte citata rappresenta uno dei pochissimi casi in cui, nei Registri Angioini, si fa menzione diretta del castello di Acquaviva. Nessuna menzione viene invece fatta circa interventi edilizi sul complesso. E’ probabile che in questo periodo il Castello di Acquaviva, pur mantenuto in efficienza, non subisse sostanziali modifiche o ampliamenti. Della loro permanenza nel castello resta quale sicura traccia il citato stemma apposto sul portale bugnato di ingresso ad ovest rappresentante un sole a 16 punte. Quali interventi siano stati realizzati in questi anni non è in alcun modo possibile accertare. Va tuttavia ricordato che Acquaviva subisce due gravi distruzioni della seconda metà del XVI secolo. Nel 1456, in un ennesimo scontro della lunga guerra tra Angioini ed Aragonesi, Giovanbattista Orsini ordina a Iacopo Piccinino di sottomettere gli abitanti di Acquaviva rimasti fedeli, con il loro signore Francesco del Balzo, agli aragonesi. Dopo un lungo assedio Acquaviva viene quasi rasa al suolo.La seconda distruzione il paese la subisce nel 1495 in occasione della discesa nel regno di Napoli del re di Francia Carlo VIII che innesca la rivolta di molti baroni di Puglia contro la casa d’Aragona. Acquaviva, allora dominata dal futuro re Federico d’Aragona, ancora fedele alla monarchia aragonese, è nuovamente espugnata e distrutta dall’esercito francese.Sul principio del XVI secolo, quindi, il castello di Acquaviva doveva presentarsi in condizioni quasi di rudere dopo le due gravi distruzioni subite. Così infatti lo descrive nel 1497 Giovanna d’Aragona - a cui il fratello, divenuto nel frattempo Re di Napoli, assegna quale vedovario i feudi di Acquaviva, Altamura, San Severo, Montepeloso, Martina, ed altre città - in una supplica rivolta alla regina Isabella. Possiamo dunque ipotizzare che nei primi anni del XVI secolo viene avviata l’opera di ricostruzione, di trasformazione ed ampliamento del castello.
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