masseria SOLAGNE (territorio di ALTAMURA)
Questa costruzione si trova sulla cosidetta "Murgia Sant’Elia" ed è raggiungibile attraverso una strada interpoderale che parte dalla SS 96: è un tipico esempio di masseria sorta inizialmente per il ricovero delle pecore ed arricchitasi, in seguito, di una serie di sovrastrutture adibite ad abitazione per i proprietari, e di manufatti edilizi, anche di epoca recente, per la gestione dell’azienda agricola
Il corpo principale (foto 2) presenta a piano terra vari ambienti, il casone e il casolare, per la lavorazione dei prodotti caseari, fatti ancora oggi dai gestori dell’azienda, ed un’ampia rimessa.
Al piano superiore vi è l’abitazione del proprietario con una grande sala e diverse camere da letto, oltre agli ambienti di servizio, quali bagni, cucina, dispensa.
A sinistra della costruzione principale vi sono diverse corti (foto 3) con muri di pietra a secco, per il ricovero del bestiame. I muri, alti anche fino a 2 mt, presentano, nella parte alta, delle pietre poste di taglio, dette “paralupi”, aventi la funzione di evitare l’ingresso di animali selvatici (volpi, lupi, faine) nei recinti delle pecore. Ogni corte è direttamente collegata alle spenne, costruzioni basse con pavimentazione degradante verso l’esterno, aventi la funzione, complementare alle corti, di offrire un riparo chiuso al bestiame.
A destra, invece, del corpo principale vi sono dei manufatti adibiti a ricovero per i pastori, prima , e per i lavoratori stagionali .poi, che lavoravano nell’azienda; oggi sono utilizzati come deposito di attrezzi e come pollaio, ma che certamente in passato erano utilizzati come stalle (foto 4).La costruzione posta in maniera trasversale rispetto alle altre due è il pagliaio, il deposito per la paglia ed in molti casi il luogo di riposo per i garzoni e per i pastorelli, ragazzi impegnati nei lavori fin dall’età di 7-8 anni.
La vera particolarità di questa masseria è il torrino (foto 5), abilmente mascherato da piccionaia, con merli come cornice: in realtà è un ottimo punto di osservazione sia della zona circostante, ed è costruito in modo tale che sia visibile lo jazzo che sorge a poca distanza (foto 6).
Lo jazzo della masseria è uno dei più grandi della zona. Inizialmente era nato come masseria per pecore indipendente: infatti presenta costruzioni per il ricovero dei pastori, (foto 7) i quali potevano lasciare le loro pecore in uno dei tanti recinti del complesso, attraversato da un tratturo, una sorta di strada in terra battuta per la transumanza delle pecore, che spesso attraversavano masserie di questo tipo, costruite subito dopo l’istituzione della Regia dogana per la mena delle pecore, ed utilizzate fino agli inizi dell’Ottocento.
Le altre costruzioni presenti i erano luoghi di preparazione e conservazione dei prodotti caseari. Vi è poi un manufatto molto ben rifinito, che probabilmente era l’abitazione del funzionario regio che aveva il compito di riscuotere le tasse da chi usufruiva della struttura: le greggi che arrivavano attendevano il proprio turno nel recinto più grande, oggi adibito a frutteto, quindi portate in una delle coorti, dopo aver espletato le operazioni di pagamento.
Lo jazzo sorge sulle pendici di un rilievo (foto 8), è rivolto a sud-est, per proteggere il bestiame dai venti freddi di tramontana, e per permettere il deflusso delle acque in caso di pioggia. In questo caso le coorti non presentano le spenne, poiché le pecore vi sostavano poco tempo (un giorno, al massimo), per cui era inutile un riparo chiuso: bisogna sottolineare che tutto ciò che è costruito, tende comunque al massimo risparmio economico, di spazi, per sfruttare il più possibile il territorio (foto 9).
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