masseria GUARLAMANNA (territorio di GRAVINA)
La masseria Guarlamanna si trova a circa 1 Km dal Pulicchio, una depresione carsica simile al Pulo di Altamura, ma di dimensioni più ridotte, nel territorio di Gravina.
La si può raggiungere percorrendo la SS 378 e svoltando poi al Km 44,5 per immettersi sulla SP 35 (raccordo tra Altamura-Ruvo e Gravina-Corato). Si prosegue per circa 1,5 Km e si svolta a sinistra in un strada sterrata che termina nel complesso.
La masseria si trova sul costone sud di un avvallamento, in una posizione ottimale per la raccolta delle acque piovane, che qui si raccoglievano grazie alle lame, una sorta di canale naturale attraverso cui scorrono le acque che scivolano sul terreno argilloso della Murgia.
La masseria, pur essendo adibita solo al ricovero del bestiame, presenta caratterisiche particolari: in primo luogo vi è una costruzione a due piani (foto 2; foto 3) inusuale per costruzioni di questo tipo, abbastanza rifinita anche all’interno ed in più vi è uno zoccolo bugnato che corre lungo i due corpi di fabbrica che formano il cortile di ingresso.
Molto probabilmente gli ambienti al piano superiore costituivano l’abitazione del massaro delle pecore oppure di un piccolo proprietario. Gli ambienti al piano terra del corpo principale e quelli del fabbricato basso posto perpendicolarmente al primo erano invece le dimore per gli altri lavoratori dell’azienda.
L’ingresso principale (foto 4;) era costituito da un costruzione bassa fatta di grossi blocchi di pietra e tagliata trasversalmente da una volta a tutto sesto: l’arco verso il cortile (foto 5) è oggi chiuso da un paramento murario. Il gregge che tornava alla masseria doveva attraversare questo passaggio obbligato che la immetteva nel cortile, da cui poi veniva portato nei recinti.
Sul retro del corpo principale vi sono delle costruzioni basse. Quella più grande era divisa in due ambienti: il casone e il casolare. Nel primo veniva preparato il formaggio, conservato poi nel secondo ambiente, più fresco. L’altra costruzione (foto 6) è anch’essa divisa in due parti: nella prima alloggiavano i pastoricchi, ragazzi di 8-9 anni che avevano il compito di fare la guardia al gregge durante la notte; l’altro ambiente era il pagliaro, ossia il luogo ove si conservava la paglia per il bestiame. Purtroppo la copertura di questi ambienti, fatta con travi in legno e tegole è crollata, forse perché privata proprio delle tegole che la proteggevano dalle intemperie.
Vi è poi l’ampio sistema di corti (foto 7) che segue l’orografia del terreno, adattandosi ad esso in ogni punto. Le corti possono essere divise in due gruppi: alcune erano continuamente utilizzate, altre invece lo erano solo occasionalmente.
Le prime si trovano nella zona migliore del sito, ossia quella esposta a sud-est. Sono in numero di due e hanno muri che in certi tratti raggiungono un’altezza di circa 3 mt; nella parte inferiore vi sono due passaggi-ingresso separati: sulla colonna centrale più alta (foto 8) ci sono ancora i cardini in ferro ancorati nella muratura, segno che i due recinti erano chiusi con cancelli in ferro. Lo spessore dei muri va dagli 1,5 mt alla base, fino ad 1 mt nella parte superiore, dove sono disposte delle pietre a forma di cuneo, dette scannalupi.
Nella parte superiore ci sono le spenne (foto 9): queste sono costruzioni basse aventi funzione complementare alle corti, cioè quella di offrire un riparo chiuso al bestiame.
La costruzione, lunga quanto le due corti antistanti è suddivisa internamente in diversi ambienti più piccoli, perché le pecore erano divise in gruppi, in relazione al sesso, all’età, allo stato di gravidanza, alle malattie. I diversi ambienti erano poi collegati attraverso delle aperture nei muri divisori, forse per permettere il rapido spostamento di qualche capo di bestiame sfuggito alla suddivisione. La copertura (foto 10), crollata in più punti, era interamente in legno, con travi portanti parallele alla costruzione, lunghe circa 5 mt, poggiate sui muri divisori interni ed una serie di travi secondarie disposte perpendicolarmente alle prime, che reggevano un tavolato, al di sopra del quale vi era il manto di tegole.
Il secondo gruppo di corti (foto 11), ossia quelle utilizzate occasionalmente, si trovano tra quelle abitualmente in uso ed i corpi di fabbrica sopra descritti.
Questi recinti erano usati solo quando il numero dei capi di bestiame era elevato oppure servivano da punto di appoggio quando i pastori dovevano pulire le altre corti. Ci sono corti di diversa grandezza, probabilmente per poter suddividere in piccoli gruppi il bestiame, come per le spenne. I muri (foto 12) di queste corti hanno misure decisamente maggiori degli altri: in alcuni punti si raggiungono anche i 4 mt di altezza, con spessori che vanno dai 2,5 mt alla base fino agli 1,5 mt sulla sommità, dove le pietre sono disposte in modo da poterci facilmente camminare sopra, forse per poter controllare il bestiame più agevolmente.
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