masseria CALDERONI (territorio di ALTAMURA)

foto 1 La masseria è raggiungibile percorrendo per circa 12 KM la Sp.378 (Altamura–Corato), fino alla Contrada Parisi.
Il complesso è costituito da due corpi di fabbrica a due piani e da uno basso, disposti in modo da formare un cortile chiuso su tre lati, mentre il quarto lato libero permette di dominare con lo sguardo la città di Altamura. Data l’assenza di jazzi sia contigui che nei dintorni, è presumibile che la costruzione sia nata come masseria da campovocabolario, ossia per gestire i possedimenti della famiglia Calderoni, che si è stabilita proprio qui come si può ben capire dalle particolari caratteristiche auliche del corpo di fabbrica principale (foto 2; foto 3). In più qui sono presenti diversi accorgimenti difensivi: primo fra tutti il torrino che presenta nella cupola quattro feritoie per poter controllare meglio il territorio circostante e poter avvisare i lavoratori nei campi di eventuali pericoli. Anche il terrazzino al primo piano è difficilmente raggiungibile per l’assenza di scale esterne, che invece sono presenti nelle abitazioni di campagna della ricca borghesia, segno che quindi la masseria è stata costruita intorno al XV – XVI secolo e non più tardi, come l’importanza della costruzione potrebbe far pensare. Sul retro vi è una garitta pensile(foto 4) con feritoie per controllare il territorio. Infine bisogna notare i muri in pietra a seccovocabolario, che in alcuni punti raggiungono anche l’altezza di 5 mt e lo spessore alla base di circa 3 mt; in più sono costruiti in modo da non avere cavità o pietre sporgenti dove potersi poggiare per superarlo. .
L’altro corpo di fabbrica (foto 5; foto 6), che ha la stessa altezza del primo, non presenta le stesse raffinate caratteristiche, certamente perché era l’abitazione di coloro che lavoravano nell’azienda: al piano superiore vi era l’abitazione del fattore, ossia di colui che gestiva per conto del padrone la masseria stessa ed aveva diritto ad una piccola percentuale in natura sui prodotti, ma non sul ricavato economico. Al piano inferiore invece abitavano i lavoratori stagionali, che si stabilivano lì nei periodi di più intensa attività agricola (semina, raccolto). A lato, costruito posteriormente, vi è un grande fornovocabolario (foto 7) per la cottura di alimenti, in primo luogo del pane, per evitare di dover raggiungere ogni giorno il paese per poterne acquistare. Le aperture sono state fatte in epoca recente, quando il forno non è stato più utilizzato, dato che oggi la rapidità dei mezzi permette di arrivare in città in pochi minuti. L’edificio basso (foto 8), infine, era internamente diviso in due parti, entrambe servite dallo stesso ingresso: la parte più grande era la stallavocabolario per gli animali da lavoro (muli, buoi, cavalli), l’altra era la rimessa per i mezzi di trasporto ed il deposito degli attrezzi. L’ambiente è coperto con capriate che sorreggono un tavolato continuo ed il manto di tegole ben conservatosi nel tempo, forse per le continue manutenzioni e riparazioni fatte.



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