Vico della Giudea
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Il piano regolatore del 1888.
Nel 1888 viene presentato un nuovo piano regolatore elaborato dagli architetti Nencha e Nicoletti piano che, prendendo atto della situazione edilizia che si è sviluppata oltre le previsioni del piano del 1847, ipotizza un nuovo assetto urbano che si basa su questi caposaldi:
- Rispetto della parte esistente della Città nuova;
- Costruzione della Via Imbriani larga m. 14 e lunga m. 13,50 , con il limite a sud e a est del Borgo;
- Divieto di espansione ad ovest oltre le strade di Via Andria e Piazza Fieramosca (oggi Indipendenza) stante la vicinanza del Cimitero e del Macello;
- Sistemazione di alcune strade interne con abbellimento della vecchia città che prevede una serie di sventramenti di cui i più vistosi riguardano tutto il centro storico in corrispondelìza della Via Solferino (oggi Regina Elena) che avrebbe dovuto collegare l'estramurale in linea retta alla Piazza del Municipio;
- Bonifica del rione della Conca, dove doveva sorgere il Mercato. Si proponeva di riproporre simmetricamente l'asse di Via Cavour (Stazione - Piazza - Villa) dall' altra parte del porto, mettendo in comunicazione la città vecchia con il Nuovo Borgo. Quello degli sventramenti della fine del secolo scorso e dell'inizio di questo è uno dei temi urbanistici più dibattuti e contestati (si pensi agli sventramenti di Parigi e quelli di Roma).
La critica ha sempre negativamente sottolineato questi poichè in molti casi hanno deturpato la bellezza degli spazi medioevali. Dalla frase dei progettisti qui riportata si capisce che la situazione doveva essere addirittura disastrosa. Nel 1891, il Piano viene bocciato ma nel contempo si crea una grave situazione di disordine edilizio che determinò la formulazione di un piano di ampliamento. Anche questo viene bocciato.
Il motivo del fallimento dei piani è l'applicazione della legge sull'esproprio per pubblica utilità, poichè i proprietari dei suoli si rifiutavano di cedere gratuitamente al comune parte di questi, occorrente per l'apertura delle strade e a concorrere nelle altre spese di urbanizzazione.
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