Su due rilevi collinari, anticamente interrotti da un alveo, è Alberobello. Sul colle orientale vi è la città nuova con caratteristiche architettoniche moderne; sull’altra sommità, disposta ad occidente, si allineano i “trulli”, in un agglomerato urbano suddiviso in due rioni: Monti e Aia Piccola, entrambi Monumenti nazionali e da dicembre 1996 riconosciuti dall’U.N.E.S.C.O. Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La storia di questa singolare cittadina risale alla seconda metà del XVI secolo, quando, piccolo feudo sotto il dominio degli Acquaviva, Conti di Conversano, cominciò a popolarsi di contadini che resero la “Selva” (così denominata) fertile.

I Conti autorizzarono i coloni a costruire le abitazioni a secco, in modo da poter essere demolite in caso d’ispezione regia, poiché la nascita di un agglomerato urbano esigeva il pagamento del tributo secondo la “Prammatica de Baronibus”; con l’astuta proposta si evitava il balzello.


Correva l’anno 1797 e un gruppo di coraggiosi alberobellesi, stanco della precaria condizione, si recò a Taranto per chiedere ausilio al re Ferdinando IV di Borbone che ascoltò e promise.

Il 27 Maggio 1797 il Re inviò il Decreto con il quale il piccolo villaggio divenne libero.







Rione Aia Piccola

Rione Aia Piccola

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I trulli