D'altra parte doveva considerare l'eventualità d'improvvise ispezioni in luogo da parte dei controllori reali; quindi il conte imponeva ai suoi coloni che la costruzione di nuove abitazioni fosse realizzata con l'impigo di pietra a secco, con l'assoluto divieto di malta dove i suoi amministrati avrebbero trovato adeguato rifugio.
Alle prime avvisaglie dell'arrivo dei controllori l'intero villaggio sarebbe stato ridotto in cumuli uniformi in pietra, simili a quelle chein abbondanza esistono nei campi della Murgia.
La fortuna del conte cessò nel 1649 data in cui Gian Girolamo II fu chiamato alla corte di re Filippo IV di Spagna per rispondere deri suoi misfatti e in seguito fu tenuto in esilio in terra Spagnola.
La politica del pugno di ferro di Gian Girolamo II continuò attarverso l'opera dei suoi successori e la popolazione della Selva nonostante tutto continuò a crescere fino a giungere nel XVIII secolo il numero di 3.500 abitanti.
Il Conte di Conversano dell'epoca Giulio Antonio Acquaviva cercò più volte di sopprimere il deside rio crescente di libertà della popolazione dall'oppressione feudale.
Il 9 Maggio 1797 il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, giunto a Taranto concesse udienza a sette abitanti della Selva.
Essi denunciarono gli abusi del conte sia nei riguardi della popolazione che della Corona. Il re sembrò favorevolmente disposto verso i denuncianti e promise che avrebbe preso un'immediata deci sione in proposito.

Il 27 Maggio 1797 la selva fu dichiarata libera e divenne una città demaniale dipendente solamente dal re.


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