Il palazzo Schettini si colloca immediatamente al di fuori della cinta muraria del centro storico in prossimità della porta del lago. La particolarità della sua ubicazione consiste nell'orientamento della sua facciata principale verso Nord, dunque con una rotazione di quasi 90° rispetto a corso Dante, l'arteria stradale creatasi nel '700 con la colmata del fossato che circondava la città vecchia.
L'edificio si presenta come un imponente blocco rettangolare scandito da finestrature regolari, interrotte da balconi e portali di ingresso decorati esclusivamente in corrispondenza degli assi di simmetria. La fascia basale dell'edificio è ricoperto da bugne bocciardate in pietra calcarea disposte secondo corsi di più altezze differenti, mentre le fasce superiori sono scandite da cornici in pietra. Di notevole pregio appare l'apparato decorativo tardo - settecentesco del portale. Le aperture sono incorniciate da stipiti in pietra tutti uguali, tuttavia la geometria delle finestre del primo piano, "alla romana", che interrompono la continuità delle cornici, fanno dedurre modificazioni successive alla costruzione. Appare subito evidente il degrado degli intonaci esterni, da mettere in relazione con l'incompletezza dell'edificio nel secondo livello, denunciata dalla presenza delle aperture murate.
La volta che copre l'androne di accesso al cortile interno è affrescata con lo stemma nobiliare della famiglia Schettini. Entrando nella corte interna appaiono subito evidenti le pesanti manipolazioni che l'edificio ha subito nell'ultimo secolo: in corrispondenza del grande arco ribassato l'interpiano di circa 6 metri fra primo e secondo piano è stato sfruttato per realizzare due livelli abitativi, solo il primo di essi si affaccia sul prospetto principale, mentre il secondo prende luce dalla corte interna e da un pozzo luce (che sbuca sul lastrico solare). Per distribuire le varie unità abitative è stato creato un ballatoio esterno.
La scala monumentale a piano terra e primo piano è scandita da archi a tutto sesto, mentre porta al secondo piano porta i segni dei maldestri interventi realizzati con il c.a. negli anni '50: aperture di geometria casuale e una copertura dalla strana inclinazione.
La quasi totalità dell'edificio è destinato a residenza, eccezion fatta per un locale a piano terra con accesso da piazza Plebiscito in cui si situa un esercizio commerciale: questo ha comportato una serie di alterazioni della geometria interna rivolte ad assicurare la vivibilità delle 9 unità abitative, come realizzazione di servizi tramite manomissioni o aggiunte di murature esterne estranee al corpo di fabbrica originario, creazione di tramezzature, solai o controsoffitti.
Il secondo piano, che si caratterizza come un lastrico solare è costituito da alcune zone coperte e da altre scoperte a varie quote: le zone coperte sono essenzialmente superfetazioni ottenute mediante coperture in legno e tegole, legno e lamiera, solai con putrelle e opere fittili (tipo cono cavo), o ancora solai in c.a.; le varie quote dipendono e dalla diversa altezza delle volte e dei rinfianchi e dalla realizzazione del solaio laterocementizio nella parte centrale.
I prospetti sul vico I S. Francesco e sul cortile privato non presentano un preciso disegno architettonico in quanto secondari, dunque sono quelli che più hanno risentito delle modificazioni susseguitesi nell'ultimo secolo, con l'apertura casuale di finestre, l'aggiunta di elementi estranei al probabile disegno originale, la posa di condotte impiantistiche di ogni tipo, la ripresa di muri.
Le murature portanti sono a corpo multiplo, con un paramento esterno a conci regolari in pietra calcarea ed uno interno costituito da elementi non squadrati.
Per quanto riguarda le volte la tipologia dominante è quella a padiglione, con la variante della volta "a schifo"; il materiale utilizzato è ancora la pietra.
alla luce degli elementi storici a disposizione sul palazzo appare chiaro che questa situazione è frutto di una peculiarità fondamentale del palazzo Schettini, che ne ha condizionato profondamente lo sviluppo nei suoi 3 secoli di vita: la sua incompletezza.
Il quadro lesionativo non appare grave, probabilmente anche in virtù del fatto che l'edificio poggia direttamente sulla roccia, come alcuni scorci del piano interrato fanno intuire.
La situazione del prospetto Nord non appare compromessa da quadri lesionativi particolarmente gravi, il prospetto Est presenta invece qualche fessura di una certa entità in corrispondenza delle aperture del primo piano e i segni di umidità di risalita nella parte basamentale. In vico I S. Francesco i problemi di umidità divengono evidentissimi fino a provocare il distacco dell'intonaco corticale ed il rigonfiamento del muro per quasi l'intera altezza del piano terra.
La volta che copre l'androne di acceso al cortile interno è interessata da un quadro fessurativo che riguarda la zona di connessione fra la volta e l'arco ribassato, le voltine a sesto acuto laterali, la zona centrale della volta; tuttavia nessuna fessura appare di grossa entità, né presenta le caratteristiche della recente comparsa, circostanza confermata dagli stessi proprietari.
La muratura presenta alcune lesioni di assestamento nei suoi punti di fragilità, quali ammorsature fra le murature trasversali e nelle intersezioni fra i fusi delle volte, di piccola entità e non in atto.
Per quanto riguarda i quadri umidi la situazione appare di una certa gravità solamente nell'ala Est del corpo di fabbrica. L'umidità presente sembra causata dalla presenza di alcune cisterne, almeno 3, di cui due ubicate al di sotto dei locali interrati nelle vicinanze del vico I S. Francesco ed una in corrispondenza della stalla. Probabilmente l'origine delle acque che vi affluiscono è piovana. sarebbero opportune ulteriori indagini in virtù dell'antica presenza del fossato e del suo successivo riempimento. Certamente l'intero sistema di smaltimento delle acque bianche del palazzo non assicura le dovute garanzie sia all'esterno che all'interno della corte, dove ne risentono i muri in prossimità dell'ingresso e le basole della pavimentazione.