1      Il sistema viario nell’Alto Medioevo

 

                                                                                                                                                Egnazia: la via Traiana

 

La viabilità del territorio pugliese nell’Alto Medioevo è  legata alla via Traiana quale unico o principale collegamento costiero  proveniente da Bari e diretto verso Brindisi, anche se già, alla fine del VIII e nel IX secolo, a seguito delle invasioni barbariche, la via Traiana comincia ad essere trascurata ed il traffico tende a spostarsi su un asse viario più interno e parallelo.

La via Traiana fu realizzata tra il 108  e il 110 d.C. dall’imperatore Traiano, appunto, e serviva per un più rapido collegamento, rispetto alla via Appia, tra Roma e Brindisi. A Bitonto però, dalla via Traiana si originava un percorso secondario che si snodava, com’è indicato dalla Tabula Peutingeriana, per le stationes di Bitonto, Ceglie, Rutigliano, Conversano, Monopoli, Egnazia, dove si ricongiungeva al percorso costiero proveniente da Bari.

 

 

 

 

2      Il vivere in grotta

 

Considerati quindi i caratteri geologico-strutturali, è chiaro che le lame hanno determinato, in gente che cercava di sfuggire ai predatori saraceni che infestavano le coste adriatiche, una scelta insediamentale non casuale. Questo, a partire principalmente dal VI – VII secolo d.C. , non che le grotte sparse per le lame fossero, in periodi antecedenti, prive d’abitatori.

E’ in questo ambiente rurale che si inserisce la presenza dei monaci, non come monaci esclusivamente basiliani, ma come individui che rappresentavano una disciplina religiosa.

In ogni modo, già a partire dall’anno Mille, monaci greco-italici e benedettini dovevano aver intessuto rapporti tra loro, la prova di questo la si possiede nel momento in cui si analizza l’apparato iconoclastico delle chiese rupestri, a Fasano ad esempio nella chiesa di S. Lorenzo si trova l’affresco raffigurante, nello stesso riquadro (ciò è tipico della cultura latina), uno accanto all’altro, San Basilio e San Benedetto con le didascalie in greco.

 

 

 

S. Lorenzo, Fasano: S. Benedetto e S. Basilio

 

 

Gli insediamenti rupestri, quindi, non erano soltanto luoghi di culto o rifugio di monaci greci, ma, sedi abitative di gente che, per motivi di difesa personale, per proteggersi dalle incursioni degli arabi, per stare ai margini dei conflitti tra Longobardi e Bizantini, per la decadenza delle città,e per motivi legati alla fertilità della terra, aveva deciso di trasferirsi nei luoghi più sicuri e naturalmente protetti dalle lame con le annesse preistoriche grotte o con la possibilità di ricavarne altre nelle pareti tufacee.

 


3       Gli spazi liturgici

 

L’ingresso

E’ in generale poco articolato, talvolta si presenta come un portale stretto e alto con lunetta sormontata da un o più ghiere, spesso le lunette sono incise con delle croci, nell’intento di segnalare all’esterno la presenza di un luogo di culto rispetto alle escavazioni civili circostanti.

L’ingresso, oltre a permettere l’accesso alla chiesa, ha anche la funzione di convogliare all’interno la luce, raramente si adoperano finestre a fianco dell’ingresso, è il caso di Lama D’antico e di San Lorenzo, entrambe a Fasano.

 

 

S. Lorenzo, Fasano

 

 

 

 

L’area cimiteriale esterna

In numerose chiese si osservano all’esterno resto di tombe; si tratta d’inumazioni singole o raggruppate in piccole aree. Le fosse erano scavate nelle immediate vicinanze dell’ingresso della chiesa e talora nel banco roccioso soprastante.

 

 

S. Virgilia, Fasano: tombe a fossa

 

 


L’iconostasi

L’isolamento del santuario rispetto all’aula è ottenuto da una recinzione scavata nella roccia, che ha lasciato una traccia vistosa di sé al contrario delle recinzioni in legno o in marmo delle chiese costruite. La divisione è accentuata da alcuni gradini che segnano il diverso grado di sacralità.

 

 

 

 

 

 

S. Giovanni, Fasano: iconostasi


L’abside

L’abside definisce lo spazio del rito eucaristico ed è il punto d’arrivo di un percorso ascensionale che procede dall’ingresso all’altare, nel costante rispetto dell’assialità.

Nelle chiese rupestri è il posto più recondito ed oscuro dell’escavazione, ciò nonostante è proprio qui che si concentrano le maggiori cure tecniche, gli affreschi più rilevanti.

 

 

S. Lorenzo, Fasano: abside quadrangolare


4      L’arredo liturgico

 

Ricavato nella roccia è anche l’arredo necessario allo svolgimento dell’azione liturgica.

 

L’altare

L’altare, su cui si compie il rito eucaristico, costituisce l’elemento più importante dell’arredo liturgico.

Ve ne sono di due tipi: l’altare a blocco, costituito da un cippo isolato risparmiato appositamente nella roccia, oppure del tipo addossato al fondo dell’abside.

La posizione dell’altare nel santuario e soprattutto il suo rapporto strutturale con l’abside hanno un alto valore datante. L’uso dell’altare parietale è stato sancito dal Concilio lateranense del 1215 e si può riferire a chiese rupestri che non si datano prima del XIII secolo.

    Lama d’Antico: tracce di altare a blocco, sul pavimento una tomba a fossa

 

 

La protesi

La protesi è un piano d’appoggio posto a sinistra dell’altare, che accoglieva le offerte del pane e del vino e su cui avevano inizio l’azione liturgica ed i riti propedeutici alla consacrazione. Vedi San Giovanni a Fasano o San Nicola a Mottola.

 

 

                            San Giovanni, Fasano: protesi

 

 

 


5      Il degrado

 

Queste grotte, grotte-chiesa, grotte-abitazioni, abbandonate man mano  intorno al XIV secolo, e lasciate poi al loro destino, hanno conservato, sebbene in maniera parziale , il loro patrimonio architettonico e pittorico sino ai tempi nostri; ma se oggi non si interviene in maniera drastica il loro destino è segnato.

Le cause del degrado sono imputabili in primo luogo all’agricoltura, infatti, dopo l’abbandono da parte dei religiosi, sono sopragiunti i contadini che anno fatto delle grotte-chiese ricoveri per gli animali, accendendo fuochi che con i loro fumi agivano sui dipinti, talvolta scavando mangiatoie nelle pareti affrescate.

D’altra parte per  l’agricoltura le grotte medievali sono ostacoli da rimuovere e se non proprio le grotte-chiesa, tutto ciò che le circonda viene travolto e quell’ambiente “naturale” scompare.

Oggi però ad essere imputate di questo scempio sono le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, e in primo luogo le amministrazioni comunali cui spetta il compito di censire e circoscrivere le aree di interesse, non solo le singole chiese, ma tutto l’habitat che le circonda.

Infatti, in base alla Carta di Venezia è l’UNESCO ad inserire in una lista il bene culturale, l’inserimento però non è effettuato d’ufficio, ma dipende dalla capacità locale di candidarsi e di offrire le adeguate motivazioni.

mass. Alberotanza, Bari

 

 

 


                            Ipogeo a Bari in zona poggiofranco

 

 

 

 

Chiesa dei “Ruderi”, Bari: crollo parziale dovuto all’azione carsica

 

 

 

 

Insediamento rupestre, Cisternino: in numero dei camini dà l’idea dell’entità della        trasformazione

 

 

 

S. Marco, Fasano: chiesa trasformata in stalla; l’abside rettangolare risulta in parte demolito, sulla parete sinistra alle arcate cieche sono state aggiunte delle  mangiatoie.

 

 

 

6       Catalogo delle chiese trattate

 

SS. Andrea e Procopio, Monopoli

Della seconda metà del XI secolo, è costituita da un aula quadrata senza partizioni interne, con annessa cappella funeraria, divisa dal santuario da un templon a due porte affiancate e due finestre laterali.


S. Lorenzo, Fasano

Edificio pressoché quadrato, databile nella seconda metà del XI secolo e ristrutturato nel XII secolo, ristrutturazione che probabilmente ne ha raddoppiato gli spazi.

La chiesa è costituita da una vasta aula con ingresso laterale ed un unico pilastro centrale e un santuario a stretto corridoio su cui si aprono due absidi, un sedile corre lungo le pareti dell’aula e del santuario.

 


S. Virgilia, Fasano

L’invaso ha forma quasi quadrata, con nicchie variamente ricavate nelle pareti. La chiesa ha oggi due ingressi, uno diviso da un pilastro litico, l’altro invece porta ad una ripida scalinata, questo ultimo risulta essere una superfetazione a scapito proprio dell’abside principale. Di notevole interesse sono i bassorilievi posti a margine dell’abside principale.