PROSPETTO

La facciata della chiesa, realizzata in corsi regolari di conci calcarei a vista, si erge per un’altezza massima di quasi 21 metri, austera ed uniforme, senza alcuna scansione di ordini o partizioni verticali, racchiusa tra due snelli pilastri angolari. Manca ogni tipo di abbellimento scultoreo sicchè dalla superficie compatta della pietra emerge, il portale centrale rettangolare, con stipiti ed architrave segnati da modanature continue e con un semplice timpano triangolare poggiante su mensole a volute.
In asse con esso si apre, in alto, un finestrone rettangolare ed ancora più su, al limite con il fregio, altre tre piccole finestre, attualmente prive di funzione pratica dopo che i rimaneggiamenti ottocenteschi dell’edificio (resisi necessari forse anche per problemi statici) ne hanno abbassato le coperture al di sotto del loro livello: in origine, però, esse dovevano affacciare nell’interno e dar luce al grande vano con tetto a spioventi, la cui traccia, nel retro del timpano, si è conservata ben evidente.
A coronamento della facciata vi è un fregio classicheggiante con triglifi, metope e gutte ed un imponente timpano curvilineo, spezzato al centro in due volute concave, raccordate a un corpo centrale rettangolare forse eretto come piedistallo di una ipotetica statua (ma mai utilizzato a tale scopo).
Al fianco est si addossano gli ambienti monastici organizzati, come s’è detto, attorno al chiostro che attualmente si presenta del tutto snaturato da superfetazioni e da ostruzioni. In origine era cinto da un porticato composto di tre arcate a pieno centro su ogni lato, dell’altezza massima di ml. 4,60 scaricanti su robusti pilastri a sezione quadrata, con blocco d’imposta dell’arco sobriamente modanato. Oggi le luci degli archi appaiono tutte tompagnate o coperte da altri piccoli corpi di fabbrica e l’ambulacro, voltato a crociera semplice, risulta tramezzato e trasformato in diversi vani adibiti a vari usi.