Salone del primo pianoSolo nel 1978 fu possibile iniziare l'importante restauro, peraltro limitato, per il momento, alla parte nord indicata in planimetria come quella parte che nel frattempo era stato possibile liberare da tali improprie destinazioni. Come si è già accennato, il castello si presentava gravemente alterato nelle sue strutture: una strada perimetrale al posto dell'antico fossato; le cortine, lì dove esistenti in buono stato (lati est, nord, ovest), interessate da una miriade di porte, finestre, ecc.; le torri, quando non totalmente demolile (come quella sud-ovest) tutte cimate e profondamente ristrutturate, addirittura con copertura a tetto ad unica falda, o ridotte solo ad un piano: le merlature demolite o tompagnate; le bifore trasformate in balconi; il cortile sul lato est tra cinta esterna ed interna interamente occupato da superfetazioni che avevano comportato la tompagnatura della grande porta di accesso a nord (sostituita nel 1863 da una nuova sul lato est di fronte al portale principale di ingresso nel castello); il prospetto est con il grandioso portale d'ingresso (su cui spicca lo stemma della famiglia Grimaldi) in gran parte occultato dalle fabbriche ottocentesche.
Portale lato estNello stesso stato l'intemo con tramezzature e volte in tufo, grandi ambienti voltati con soppalchi lignei, scale lì dove si erano rivelate necessarie. Poiché, come si è visto, il complesso non era mai stato interessato da organici lavori di restauro si cominciò con molla prudenza procedendo ad una lunga ed attenta indagine conoscitiva sia a livello archeologico sia sulle strutture murarie. Per il primo si rimanda alla relativa relazione. Tuttavia preme sottolineare che, per quanto specificatamente attinente al tema che qui si tratta, gli elementi di datazione sono pochi e riferiti al rinvenimento di un recinto murario in pietrame, con gli angoli arrotondati, ubicato al di sotto de! muro di spina dell'ala nord, in cui è presente anche il probabile portone di accesso, nonché diverse murature ad esso connesse.Ala nord La datazione di tale struttura proviene principalmente dallo studio del materiale ceramico a bande rosse di epoca bizantina, rinvenuto in un condotto fognario realizzato in corrispondenza della porta, e dalle monete raccolte nel emplecton della fondazione dei muri connessi con il recinto esterno, monete bronzee di Basilio I, Costantino e Leone VI (870-879). una analoga di Romano I (919-921) ed un tarì aureo con leggenda cufica di Gisulfo I, principe di Salerno (946-973).
L'ambiente d'angolo nord-ovest, d'altra parte, si è rivelato particolarmente ricco di sorprese, in quanto ha fornito altri elementi non meno interessanti anche se di più difficile esatta datazione sotto il profilo archeologico. Lo scavo del materiale, che lo riempiva interamente fino alla quota di primo piano, infatti, ha portato in luce un'abside, mentre la stonacatura delle pareti ha evidenzialo su un arco i resti di affreschi rappresentanti due volti. Ciò ha fatto ipotizzare che questo locale costituisca l'antica chiesa di San Nicola ripetutamente citata nei documenti del secolo XII ed oltre.Sala al primo piano
Circa gli scavi, si può dire che al di sopra del livello riferibile al X secolo, essi non hanno fornito dati precisi. Tuttavia il rinvenimento del muro descritto e stato il primo elemento che, confermando i dati storici, ha fornito la faccia della prima fortificazione, limitata ad un semplice recinto con pochi corpi di fabbrica all'interno e senza torri (I° fase).
Per inciso è opportuno dire che l'ipotesi di tale recinto ha trovato, di recente, conferma nell'angolo sud-ovest, dove alcuni saggi realizzati nel corso di lavori eseguili a cura del Comune, hanno portato in luce un muro con l'angolo arrotondato con le stesse caratteristiche di quello rinvenuto nell'ala nord.
Solaio in ferroContemporaneamente agli scavi archeologici, si è portato avanti l'indagine sistematica del monumento con la completa spicconatura degli intonaci - che hanno evidenziato limitate ma significative tracce di affreschi, tutte nei saloni del primo piano, lato nord oltre a quelli già indicati nella chiesa - e con l'esecuzione di saggi sulle murature, mettendo a nudo da un lato le strutture medievali, tutte realizzate in pietra, lavorate in genere a vista, dall'altro quelle in tufo di epoca recente e comunque non connesse con la destinazione castellana. In tufo si presentavano, intatti, muri e volte dei corpi di fabbrica ingombranti il cortile ad est tra il recinto più esterno ed il castello, le tramezzature dei saloni del primo piano. Le murature e le volle presenti nel salone del piano terra, le scale di accesso al primo piano, insomma l'insieme delle opere connesse con la ristrutturazione ottocentesca, testimoniata tra l'altro dalla presenza di ben tre conci di chiave di archi datati: il primo sul portale della cinta esterna lato est (1863), il secondo sul portale centrale lato nord (1874), il terzo, infine, (1875) sulla porta di accesso al primo piano del corpo di fabbrica a nord, sul lato prospiciente il cortile.
I risultati più interessanti riguardavano le strutture medievali che, una volta portate in luce, mostravano l'evoluzione della fabbrica, con correlazioni tra le diverse parti individuanti precise fasi compiute.
Prospetto nordInnanzitutto l'antico muro in pietrame costituente il recinto originario, di cui si è detto, risultava sopraelevato con un altro muro in bolognini di pietra di ottima fattura, dotato di torri negli angoli ed al centro dei lati est ed ovest, nonché di feritoie e di merlature nella parte alta. Feritoie e merlature, d'altra parte, si affacciavano sul corpo di fabbrica a nord, che anzi, le aveva in parte occultale, dimostrando in maniera inoppugnabile l'evoluzione temporale degli interventi. II muro, realizzato in sopraelevazione con le relative torri, rappresenta la seconda fase della vita del monumentale complesso connessa probabilmenie con la venula dei Normanni e con il periodo di particolare floridezza della città. È più tarda l'ultima e imponente trasformazione, costituita da una cinta esterna all'edizione di seconda fase e connessa con un nuovo corpo di fabbrica a nord, contenente grandi saloni, caratterizzato all'esterno da tre importanti bifore e delimitato da due nuove torri. A quest'ultima edizione dovrebbe appartenere la foderatura esterna del lato est con un nuovo paramento murario in pietra lavorata a bauletto, delimitato superiormente da un toro marcapiano, ed il grandioso portale di accesso, ripetuto in forme identiche, anche se di dimensioni più contenute, sul lalo nord della cima più esterna, lì dove era il nuovo accesso al complesso castellano così ristrutturato. Allo stato delle conoscenze non è possibile fornire con sufficiente attendibilità una precisa indicazione circa la datazione di tale fase, sempre che si ipotizzi la contemporaneità dell'ampliamento e della realizzazione dei portali e della foderatura del paramento murario del lalo est. D'altra parte, almeno per il portale sul lato nord le indagini svolte hanno confermato che esso è strutturalmente connesso con le murature di terza fase, a meno di una perfetta quanto improbabile ripresa in breccia della porta stessa.
L'imponenza dei portali, la cura e la perfezione della lavorazione degli elementi architettonici e delle bifore, la grandiosità delle nuove sale realizzate, fanno comunque pensare ad un periodo di massima floridezza del centro con un feudatario che doveva aver visto aumentare sempre più la propria importanza e potere.