Ultimo
e non meno importante capitolo dei restauri è stato la verifica
dello stato degli infissi e dell'efficacia della loro azione: invero
lo stato delle murature, fortemente degradate proprio in corrispondenza
delle feritoie delle scale e degli stanzini ha indicato la necessità
di procedere alla loro sostituzione con lastre di plexiglass a perfetta
tenuta di aria ed acqua.
Tali lastre dello spessore di mm. 12, furono applicate a circa 10
cm. dalle cortine esterne: operazione non priva di difficoltà
tenuto conto che per la strombatura delle feritoie sia in senso orizzontale
che in quello verticale, le dimensioni delle lastre da porre in opera
erano maggiori di quelle esterne delle feritoie stesse.
Il problema fu risolto operando dall'esterno ed utilizzando lastre di
plexiglass incemierate alle estremità, in maniera da poter essere
infilate di taglio e quindi, dopo una rotazione di 90°, messe a
contrasto con la muratura e ad essa saldate per mezzo di mastici siliconici.
L'occasione dei lavori di restauro ha peraltro consentito l'esecuzione
di indagini sugli aspetti tecnologici nonché sull'apparato
decorativo e scenografico del castello, con risultati per alcuni versi
sorprendenti.
Tra l'altro è stato possibile studiare in forma completa il sistema
di smaltimento delle acque piovane, in parte incanalate verso il cortile,
in parte raccolte nelle cinque cisterne pensili, poste alla sommità
di altrettante torri; per una sola di esse si è proceduto alla
demolizione dello strato di cocciopesto che ricopriva pavimento e pareti,
portando in luce, al di sotto di un pavimento in lastre di pietra riutilizzate,
la pavimentazione originaria, ancora in opera lungo la fascia perimetrale,
con il pozzetto di raccolta del materiale solido e lo scarico di fondo.
Nessuna traccia invece dei collegamenti con i servizi, di norma posti
al di sotto delle cisterne, dotati degli apparecchi igienici, e collegati
ad una canalizzazione di scarico delle acque nere che dal terrazzo porta
ai pozzi neri posti ai piedi delle torri. Queste canalizzazioni potevano
essere continuamente lavate con acqua versata in esse, a quota terrazza,
dalle cisterne pensili (e ciò sembra almeno in parte giustificare
la presenza di tali cisterne, non dotate, come si è visto dal
collegamento con i servizi).
Molte poi le tracce, sia pure minime, dell'antico apparato decorativo
del castello: la pulizia delle pareti delle sale di primo piano dalle
incrostazioni calcaree, costituitesi per la lenta evaporazione dell'acqua
di percolazione, ha messo in luce i resti della originaria decorazione
costituita da linee di colore rosso scuro lungo i setti della muratura
a vista posta sulla cornice; tracce ancora più consistenti sono
presenti in alcune bifore esterne, nei cui occhi sono presenti poche,
ma significative tessere di colore verde, resti dei mosaici che un tempo
dovevano impreziosirle.