Sfogliamento del paramento murarioMolto più complesso si presentò in fase esecutiva, il problema del consolidamento delle cortine perimetrali sia per lo stato di degrado delle stesse sia perché gli interventi di sostituzione succedutisi negli ultimi cento anni richiedevano, in alcuni casi, non minori attenzioni delle murature originarie: fu quindi, attraverso vari tentativi, perfezionata la metodologia di lavoro che schematicamente si riporta di seguito:
1° fase: pulizia superficiale dei conci con estirpamento di erbe e arbusti, distacco e, dove possibile, recupero (per il successivo incollaggio) dei frammenti di pietra degradata, apertura dei setti in malta e pulizia dei vuoti interni;
2° fase: incollaggio con uso di resine epossidiche dei frammenti recuperati e dei conci di pietra pericolanti, stuccatura di lesioni e fratture dei conci di pietra, con successive colate di resina epossidica, chiusura dei giunti mediante resine epossidiche, posta in opera allo stato plastico o liquido a seconda delle necessità. Preoccupazione costante comunque è stata quella di non tenere mai la resina in vista in quanto essa, specie se colpita direttamente dai raggi del sole, tende ad assumere riflessi opalescenti, che avrebbero potuto comportare un notevole disturbo alle qualità cromatiche del monumentale castello. A tale scopo fu usata un'apposita pistola per iniettare la resina direttamente all'interno della lesione o del cemento, escludendo l'uso di spatole e cucchiai, che si rivelarono subito non consigliabili;
3° fase: stilatura dei giunti con malta tradizionale, colata di cemento per ricostruire la continuità tra nucleo e paramento estemo, imperniatura dei conci pericolanti con barre di acciaio inox di diametro 6-8 mm. e successiva colata di resina epossidica; infine, trattamento delle pareti con resine siliconiche al fine di renderle idrorepellenti, consolidandone anche la parte superficiale.Volta a crociera al 1° piano
Sala VIII al 1° pianoParticolare attenzione è stata posta nel restauro dei costoloni delle volte, che si presentavano in gravissimo stato di conservazione tanto da richiedere in molti casi la realizzazione di opere di presidio: anche per essi si è proceduto all'incollaggio con resine epossidiche e ad imperniature passanti dai costoloni alle volte, appendendo quindi i primi alle seconde (i costoloni sono infatti sovrapposti alle volte e non hanno quindi mai avuto alcuna funzione portante).