Ritenendo, quindi, che le cause scatenanti debbano necessariamente ricercarsi all'interno della chiesa e del suo microclima, le ricerche condotte sono state finalizzate essenzialmente a:
- acquisizione dei dati relativi alla storia del monumento con specifico riferimento agli interventi di restauro succedutisi nel tempo ed in particolare nell'ultimo secolo;
- rilievo complessivo e di dettaglio del complesso monumentale e delle caratteristiche del degrado con mappatura dello stesso;
- indagini sulla composizione chimico - mineralogico - petrografica dei tipi litologici presenti;
- indagini sulle condizioni microclimatiche interne in relazione a quelle esterne;
- indagini per l'accertamento di eventuali cause di biodegradamento. Operazioni di rinforzo delle volte
Le ricerche ancora in corso non hanno, fino a questo momento, portato a risultati conclusivi; tuttavia è stato possibile chiarire non pochi elementi di grande interesse. Primo tra questi è stata la constatazione che il degrado non ha origini di epoca recente (connesso quindi ai noti fenomeni di inquinamento), ma è di data antichissima tanto da far ritenere che gli stessi interventi di trasformazione cui la chiesa fu soggetta nel primo Ottocento - nel 1837 essa subì un completo rifacimento intemo in stile neoclassico con realizzazione di intonaci e stucchi - siano scaturiti dalla necessità di interventi restaurativi, realizzati ovviamente secondo la cultura del tempo. La stessa apparente casualità del degrado ha trovato una sua parziale spiegazione negli interventi di restauro succedutisi negli ultimi quaran-t'anni, che hanno portato in molti casi alla sostituzione a scuci-cuci delle parti degradate, per cui le parti oggi apparentemente meglio conservate ad una analisi più accurata risultano essere state quelle più degradate, e quindi sostituite. Assieme a questa situazione è peraltro presente anche quella di una diversa reattività del materiale, mentre si è rivelata subito erronea l'ipotesi di una aggressione biologica delle pietre. Le indagini svolte, infatti, pur evidenziando la presenza di batteri ammonificanti non hanno, però, messo in luce uno stato patologico tale da giustificare processi degenerativi cosi gravi ed accelerati. Particolare della volta  durante il restauroL'attenzione quindi è stata rivolta allo studio delle caratteristiche fisico-chimico-meccaniche della pietra (notevolmente porosa e con basso peso specifico) ed, ancor più, al microclima interno della chiesa, ai possibili effetti negativi del particellato atmosferico, alle condizioni termoigrometriche delle murature. I primi risultati, evidenziando un tipo litoide notevolmente poroso e con basso peso specifico - tra le pietre calcaree usate normalmente nella zona - e cicli di condensazione ed evaporazione del vapore acqueo sulla superficie del paramento intemo delle murature notevolmente accelerati con i conseguenti fenomeni di solubilizzazione, trasferimento e deposito di sali sembrano, comunque, indicare nel microclima interno, nel particellato e nelle condizioni termoigrometriche delle murature alcune tra le concause se non le cause del fenomeno. Sempre più probabile appare, quindi, l'ipotesi - da intendersi ovviamente come ipotesi di lavoro - che l'eventuale regolamentazione delle condizioni mi-croclimatiche interne potrebbe essere la chiave attraverso cui ridurre il preoccupante fenomeno del degrado descritto e la base del ricercato intervento di restauro.
Proprio al fine di acquisire dati di raffronto, capaci di fornire preziose indicazioni sull'influenza che tali elementi possono determinare sul processo di degrado, si è, quindi, ritenuto interessante affiancare all'indagine teorica in corso, una serie di sperimentazioni dirette, che, modificando secondo valori preventivamente fissati i parametri di temperatura e umidità dell'aria o eliminando del tutto il particellato atmosferico, consentono di effettuare, per campione, il confronto della progressione del degrado tra le parti oggetto della sperimentazione ed altre, non soggette ad alcun trattamento, mantenute come elementi di riferimento.
Apparechiature per il rilevamento termo-igrometricoTali sperimentazioni sono in corso di esecuzione su alcuni pilastri dei matronei, isolati mediante box in acciaio inox e perspex a tenuta stagna.
La fondata speranza è che tali prove, ancorché notevolmente complesse sul piano operativo e di durata necessariamente lunga, possano fornire preziose indicazioni sui processi alla base del degrado, indicando possibili forme di intervento, la cui effettiva applicabilità, peraltro, dovrà essere oggetto, a tempo opportuno, di ulteriori conclusive ricerche.