Iscrizione sul portale della chiesa
Nell'epigrafe si ricorda:
"La provvida munificenza del re Ferdinando II
che era piissimo,
l'esimia carità dell'arcivescovo Michele Basilio Clary,
le dovute elargizioni dei fedeli cittadini,
l'arciprete Raffaele Morena
si occupò del restauro di questo tempio prossimo al crollo.
Anno dell' incarnazione del Signore 1854."
La parrocchia di Cellamare fu affidata all'arciprete Morena dal 1843 al 1874, periodo in cui ci fu la ricostruzione della chiesa ormai pericolante.
Il vecchio tempio aveva l'ingresso principale rivolto a nord ed era formato da tre navate, con soffitto di legno e campanile. La volta era costituita da travi scure, lunghe e pesanti. Questo tipo di copertura era ricorrente in cattedrali e basiliche.
Esiste ancora oggi il resto dell'abside dove era situato l'altare maggiore, quindi la chiesa non fu del tutto abbattuta e per questo che nell'iscrizione si legge "restaurare curavit".
In realtà la ricostruzione del 1854 non è l'unica nella storia della chiesetta, infatti essa, più volte distrutta nei secoli a causa di invasioni nemiche, è stata puntualmente riedificata.
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