MASSERIA DELLA MADONNA - Pianta interattiva - Localizzazione della masseria


Ingresso
Nella masseria della Madonna l'ingresso si presenta come un'entità architettonica ben definita nell'ambito del sistema masseria, al contrario della precedente tipologia che si confonde nella recinzione muraria. L'ingresso ha una propria copertura con tegumento formato da tegole a coppo e una volta a botte come superficie intradossale; la volta è formata da una direttrice ad arco a sesto ribassato. Il piano d'imposta della volta è marcato all'ingresso con i conci superiori degli stipiti che escono a sbalzo rispetto alla facciata. I conci degli stipiti sono disposti in maniera orizzontale, differentemente dalla prima tipologia in cui erano in verticale; l'ingresso, inoltre, funge da elemento di raccordo per la cinta muraria.


"Iazzi" e loro tipologie costruttive
La masseria della Madonna è attualmente ridotta quasi ad un rudere; nonostante ciò, s'intuisce come un tempo essa dovesse essere una delle più importanti, a causa della sua posizione strategica all'interno del territorio (è ubicata al nodo tra i paesi di Noicattaro, Rutigliano, Casamassima e Turi). Infatti si può rilevare un grosso spazio attorno alla masseria vera e propria con una chiesetta ormai diroccata, delle spaziose aie probabilmente per il pollame, piccole case di contadini.
Immancabile, pure in questa masseria, è lo iazzo bovino munito anch'esso di mangiatoie sui due lati maggiori e di un caminetto a baldacchino; questo iazzo è voltato a botte con l'ormai ben nota tecnica dei conci a giunto maschio e femmina con un piano d'imposta molto più in alto rispetto alle mangiatoie.
A parte questo piccolo iazzo, se vogliamo, l'elemento architettonico, funzionale e distributivo più significativo e suggestivo di questa masseria è sicuramente lo iazzo per gli ovini, l'ovile. Esso è simile ad un lungo percorso, ad un lungo e ampio corridoio con una luce media di 5/6 metri dove una volta le pecore venivano condotte e protette dagli agenti esterni, non solo atmosferici. L'intero passaggio è voltato a botte con una tecnica abbastanza particolare: l'intera volta è composta dalla sovrapposizione di ben tre strati di conci. La volta intradossale è costituita da una serie di conci più lavorati e squadrati che oltre ad una migliore resa estetica garantiscono la maggiore resistenza all'interno della struttura, tanto che la si potrebbe impropriamente definire "volta portante". Il secondo strato di conci è formato in realtà più che da conci veri e propri, da delle pietre piatte simili alle chiancarelle che probabilmente non hanno nessuna funzione statica, ma solo d'assestamento e di diaframma tra volta interna portante e volta esterna portata. Lo strato più esterno di questa complessa struttura è formato dall'accostamento e posa in opera di conci tra loro dimensionalmente e fisicamente molto differenti sistemati di taglio così da offrire una configurazione dell'estradosso molto spigolosa, pertanto, molto irregolare. In realtà, anche questo terzo strato di volta ha una certa capacità portante, in quanto in un punto del percorso i due strati sottostanti sono crollati, mentre quest'ultimo resiste ancora e oltre a sopportare il proprio peso, porta quello di tutta la terra e la vegetazione (costituita soprattutto da erbaccia e fichi d'india caratteristici della nostra macchia mediterranea) che col tempo si è venuta a formare e che, in realtà, la aiuta a stare in piedi tenendola compatta con le sue radici. Com'è facile intuire, i muri di rinfianco sono spessissimi (dell'ordine di un paio di metri), in quanto devono riuscire a contenere nel loro terzo medio la risultante degli scarichi di tutte e tre le volte sovrapposte ed è costituito sostanzialmente da un grosso muretto a secco dove, anche qui, si è insediata la natura nelle sue forme più selvagge e incolte.