Il Barocco

Periodo artistico e letterario che va dal pieno classicismo del Cinquecento all'Arcadia e in genere, al razionalismo del primo Settecento. Dato il carattere esemplare del Rinascimento, da cui innegabilmente derivava per uno sviluppo dei valori formali, e gli elementi innovatori spesso impersonati in genialità espressiva e in inventività bizzarra e capricciosa, fu facile accusare il barocco di vuotaggine e di interessi meramente esterni e capziosi. Dato che il Seicento era stato il secolo della Controriforma e della preponderanza spagnola in Italia, la letteratura critica risorgimentale, dopo le acri considerazioni dell'Illuminismo e dell'Arcadia sul b., fece coincidere la preferenza per inventività formali e ricerche di novità esterne con la mancanza di idee in campo politico e sociale e con la valutazione dell'arte del tempo come gioco ed edonismo fine a se stesso. Dall'idea di decadenza politica si passò presto, nella storia della letteratura italiana e nella sua valutazione critica, a quella di letteratura vuota e oziosa, con completa trascuratezza delle arti figurative e della musica dove pure, con espansione in tutta Europa e fin nell'America Latina, si notavano bagliori di genialità inventiva e profondo senso decorativo. Per una concezione dell'arte e della poesia severamente collegate col classicismo carducciano e per una valutazione della civiltà connessa coi motivi risorgimentali della Storia della letteratura italiana del De Sanctis, Benedetto Croce ha dato un giudizio pressochè negativo sul b. inteso come secentismo, se non proprio come un allargamento deteriore del marinismo, con dichiarata omissione, nell'esame proprio, delle arti figurative e della musica nella famosa Storia dell'età barocca in Italia, del 1929. Il filosofo è stato comunque, prima di Calcaterra, di Getto e di altri studiosi, il più grande conoscitore della poesia e delle lettere italiane del Seicento; da tale punto di vista, esemplari sono i Saggi e i Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento, rispettivamente del 1911 e del 1931, e le varie edizioni di scrittori dell'epoca, senza escludere proprio il più sentito nei suoi barocchismi, il Basile de Lo Cunto (volto in italiano da Croce stesso come Pentamerone). Nel giudizio spesso negativo sui motivi pił appariscenti e speciosi in fatto di cultura, anzi di spiritualitą, del b. letterario e poetico, la posizione critica di Croce è durata a lungo nella stessa critica universitaria italiana e perfino con una scarsa valutazione dell'apporto prestigioso della Spagna che dal Rinascimento muove verso nuove conquiste della forma: in realtà già Karl Vossler, nella sua grande devozione per Croce, non poteva accettare il giudizio dell'amico e faceva presente, in lettere poi raccolte nel loro Carteggio, l'importanza di Gongora e di altri poeti spagnoli. L'uso di giudicare negativo il concetto di b. (nel senso proprio di movimento strano e bizzarro) secondo elementi poetici del gongorismo (o culteranismo) spagnolo, del preziosismo francese e dell'eufuismo inglese ha talora ridotto il termine a un valore negativo nella storia della stessa arte. E, questo, con grave disappunto di quanti ammiravano l'architettura b. in Europa o nell'America Latina e si abbandonavano al fascino della musica appunto definita barocca. In contrapposizione a questa tendenza negatrice, o almeno limitativa, del b. in generale e particolarmente di quello letterario (per lungo tempo denominato secentismo dalla critica) è l'esaltazione fatta dal catalano Eugenio D'Ors, che in un suo noto libro, diffuso in traduzione francese nel 1936, considerò il b. come un momento eterno dello spirito e, nella sua tipologia, lo vantò in contrapposizione al classicismo, inteso come momento di armonia formale e, nel campo delle arti, di euritmia. Molte tendenze, già espresse in modo particolare da Wolfflin fin dal 1888 col suo Rinascimento e barocco e connesse col sorgere delle nuove tendenze critiche sull'arte come pura visibilità, hanno avuto modo polemicamente di manifestarsi sulle orme di D'Ors per una completa valutazione dell'inventività b., del gusto per il nuovo e il geniale, per il ripudio delle regole più o meno scolastiche del classicismo. Se in passato Nisard poteva accusare alcuni romantici francesi di essere come i poeti latini della decadenza, ora si vantano motivi irregolari ma innovatori di più secoli come elementi positivi legati all'inventività dello spirito umano, dall'alessandrinismo a certe tendenze del Medioevo a varie conquiste formali, dalla natura morta in pittura al giardinaggio artistico, alla decorazione dei gioielli e agli scherzi in musica. Qualcosa di irregolare risiede comunque nel b., a cominciare dal termine con cui viene designato da alcuni secoli: si tratti di barrueca, perla di forma strana e comunque non perfettamente rotonda, o dell'aggettivo francese baroque (di provenienza spagnolo-portoghese) da unire al tradizionale baroco italiano (derivato dalla filosofia scolastica del Medioevo). Da escludere sarebbe quella "specie di usura" (da baro) che fu anche citata come se si trattasse di "inganno". E si noti anche l'ipotesi (ardita indubbiamente) di chi con lo spagnolo barrueco o berrueco pensò, oltre che alla perla irregolare o scaramazza, anzitutto alla "rupe scoscesa" (e fu agevole unirvi l'esempio di rococò dal francese rocaille). Qualunque sia l'origine del nome b., dapprima inteso dai razionalisti e dai neoclassici del Settecento come bizzarria e stravaganza, è certo che ormai da diversi anni l'esame dell'arte e della letteratura di gran parte dell'Europa, fra il pieno Cinquecento e il primo Settecento, valuta in senso positivo le manifestazioni di una civiltà che anelava al nuovo e poneva la massima stima e considerazione critica (e non solo fissava la questione del gusto nella sfera dell'edonismo) nella fantasia, nell'estro, nella ricerca del nuovo. Questa valutazione è tanto più necessaria se si tiene conto dello sviluppo che il b. ha avuto nel mondo in corrispondenza alla civiltà dei singoli popoli e perfino, nei suoi stessi limiti inventivi, nell'Inghilterra, dove il Rinascimento pervenne nel suo valore di civiltà perfetta nel gusto della società e nel culto della forma, quasi come una suprema conquista del petrarchismo. Già era stato detto che nella letteratura italiana il gusto prebarocco dei Ragionamenti dell'Aretino, la fantasia di Tasso, l'eloquio teatrale di Della Porta e soprattutto, con annesse manifestazioni assai polemiche contro il classicismo, il naturalismo letterario di Bruno mostrano l'impossibilità di considerare in un tutto unitario anche le conquiste del pieno Rinascimento; a maggior ragione il preziosismo francese con gli accenti genuinamente b. di poeti ugonotti e cattolici, i poeti metafisici inglesi (per usare una definizione famosa di Dryden) e altri autori confermano nel b. la ricerca essenziale di novità e pongono il meglio d'una creazione nell'inventività e nella genialità al di fuori di ogni regola.