Madonna delle Croci

 

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Superata la chiesa di san Pietro e raggiunto l’altipiano di Murgia Timone, al bivio, si imbocca a sinistra la strada che conduce al serbatoio idrico della città. Prima della salita si piega a destra su di una pista di servizio che costeggia la condotta idrica interrata. Un centinaio di metri a destra, in una piccola conca, è ubicata la Madonna delle Croci. La facciata della cripta si evidenzia con una serie di nicchiette e croci graffite, l’ingresso è evidenziato da un arco a tutto sesto. L’aula, a pianta rettangolare, è alleggerita a destra e a sinistra, da grandi archi ciechi. Un muretto, con conci di tufo squadrati, richiama l’originaria iconostasi. Nel presbiterio tracce del vecchio plinto dell’altare ed un ampio catino absidale. La volta, nei due vani presenta due campate. Due cavità circolari decorano la seconda campata con due croci greche a rilievo. Sulle pareti numerose croci graffite. La chiesa è impreziosita dal grande affresco posto nell’abside. Un affresco che richiama la migliore espressione di quell’arte bizantineggiante locale di natura aulica. È la Madonna con il Bambino seduto sul grembo in posizione assiale, affiancata dagli arcangeli Raffaele e Gabriele nella iconografia della Kyriotissa (Madonna in trono) nel classico schema statico ed imperiale. Elemento di notevole interesse sono le iscrizioni poste accanto ai due arcangeli dove, i vocaboli greci, sono stati latinizzati nelle desinenze. È un momento storico nell’evoluzione dell’affresco; l’elemento latino lentamente prevarica quello greco-bizantino. Anche se la tendenza artistica locale tende a mantenere a tutti i costi in vita una tradizione della quale però non si comprendeva e si conosceva più né il valore né la lingua e neanche, forse, i mezzi espressivi. L’affresco della Madonna in Trono, opera di un valente artista, può collocarsi, secondo le risultanza degli ultimi studi, tra la fine del XII ed i primi anni del XIII secolo. A circa cento metri a destra della cripta, sul ciglio della gravina, un piccolo asceterio. Questo presenta un ingresso ad arco parabolico che immette in un ambiente irregolare corredato da una cisterna alimentata da un canale di raccolta proveniente dall’esterno. Tracce indecifrabili di affresco ed un arco incompleto, nel quale è posta una cattedra affiancata da una piccola nicchia, arricchiscono la cavità

 

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