LA SIGNORIA SFORZESCA (XV sec. d.C.)
Iniziavano così i rapporti tra la città lombarda e quella
pugliese che intensificarono moltissimo le attività e gli scambi
commerciali. Nel 1501 il Ducato di Bari passò a Isabella d'Aragona,
vedova di Gian Galeazzo Sforza, che pose la sua sede nel Castello e lo
trasformò da robusta fortezza, a regale residenza: si aprì
per la città un lungo periodo di splendore, continuato poi con
altrettanta magnificenza dalla figlia di Isabella, Bona Sforza.
Donna dotata di notevole intelletto e di eccezionale bellezza, Isabella
di circondò di arte, di letterati, di poeti e di scrittori, e si
preoccupò di incrementare e di dare un forte impulso alla cultura
e all'istruzione in tutta la città (risale a questo periodo, difatti,
anche il primo libro stampato a Bari, nel 1535). la duchessa inoltre,
favorì i matrimoni tra le dame che erano giunte al suo seguito
e i giovani del luogo ed abbellì, restaurò e fortificò
la città. Dopo la morte della figlia Bona sforza (1558), la città
fu restituita al regno di Napoli che era governato, intanto, dagli spagnoli.
Iniziarono anni tristi: vennero a mancare i mecenati e il regime fiscale
si inasprì notevolmente, con gravi conseguenze per il commercio.
A questo si aggiungevano i disordini causati dal malgoverno e dai soprusi
degli stessi spagnoli, e le numerose scorrerie dei turchi che depredavano
le coste dell'Adriatico.
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