PARK GUELL



Opera principalmente del dotatissimo collaboratore di Gaudì, Joseph M. Jujol, l'ondoso sedile ("o banco ondeggiante"), ricoperto di innumerevoli frammenti di ceramiche differenti in uno sfrenato trionfo del "trecadės", è forse l'immagine più incisiva tra le molte offerte dal Park Guell.
Sorprende pensare che questo banco fosse ottenuto con dei pezzi prefabbricati, formati da volte a testuggine rivestite di mattonelle, procedimento che fu utilizzato anche per la costruzione di alcune parti dei padiglioni d'entrata, scale e la colonnata inferiore.
Nella composizione delle volte della colonnata e nel rivestimento di alcune parti del banco, Gaudì contò sulla collaborazione dell'architetto Josè M. Jujol onorevole discepolo nell'aspetto plastico.
Con tale architetto Gaudì realizzò, grazie ai resti di pezzi di ceramica, vetri e bottiglie, dei collages cosė straordinari che anticiparono di 10 anni la pittura astratta e surrealista.
Risulta incomprensibile come, essendo lontani da ogni contatto con le ricerche delle avanguardie europee, i due architetti potessero illuminare un nuovo mondo di forme di tanta qualità che, ancora dopo 60 anni, rimangono originali e insuperati.
Per ottenere nel banco l'appoggio adeguato, Gaudì fece sedere un operaio nudo su una gettata di gesso ed ottenne così sperimentalmente il profilo con il quale realizzò poi tutto il banco.
Le curvature chiuse o aperte che presenta nella pianta sono assegnate seguendo i capitelli delle colonne inferiori - che il banco rifinisce - oppure diagonalmente o parallelamente al reticolato sulle quali sono disposte.
In Gaudì e in Jujol non vi è alcuna volontà polemica o eversiva nel frantumare mattonelle intere e nel recuperare materiale ceramico di scarto per ricomporre i frammenti secondo disegni allo stesso tempo casuali e sorvegliati.
Vi è invece una religiosa attenzione nei confronti di tutto ciò che è rifiutato, abbandonato, reietto, e un'appassionata volontà della sua redenzione attraverso il lavoro manuale, cui è connessa un'infantile, quasi evangelica, giocosità creativa.
Ingenua giocosità e allegria estetica sono d'altronde qualità ingenite presenti nel Park Guell: acutamente un critico francese, visitando il parco nel 1910, ne sottolineava la <<gioia semplice [...] come piacere selvaggio di rinnovata scaturigine dal suolo>>.