PARK GUELL (1900-1914)



E davvero scaturiti dal suolo sembrano i viadotti e i percorsi porticati che attraversano il parco, cresciuti, nel rispetto e in accordo con l'aspra vegetazione esistente, come naturali aggregazioni pietrose dall'apparenza instabile ma in realtà calcolate con matematica esattezza: <<Il concetto di stabilità e il concetto di forma sono separati; stabilità e forma convergono, sono paralleli o divergono, a seconda di come converga>>, afferma Gaudì.
Pilastri inclinati e colonne elicoidali, archi parabolici e rampe circolari, vasi giganti e strutture arboree sono gli stupefacenti esemplari di un'ancestrale foresta pietrificata, costruita della medesima materia da cui è emersa.
Gaudì non imita nè stilizza la natura, ma ne prosegue l'opera ascoltandone il linguaggio sotterraneo e facendone emergere le pulsazioni: nel suo ricondurre l'architettura all'origine, verso la natura, non vi è bizzarria manierista ma evidenza tellurica; non pittoresco ruderismo ma pietra vivente.