FACCIATA DELLA NATIVITÀ



Dopo la cripta e l'abside, Gaudì affronta la facciata della Natività, perchè da lì <<comincia tutto, tutte le speranze e tutta l'attrattiva>>, le speranze della fede concretizzate nell'attrattiva della decorazione.
Un debordante e splendido naturalismo di gusto modernista travolge la facciata, che sorge da terra senza basamento: secondo un irrefrenato programma iconografico al servizio di una catechesi totalizzante, ciascuno dei tre portal iè invaso da una febbrile decorazione scultorea dove anche la flora e la fauna sono pertinenti ai luoghi, dall'Egitto alla Palestina, in cui si svolgono le scene evangeliche raffigurate.
È una narrazione continua, affollata di figure, simboli e iscrizioni. Pullulante crescita organica, la facciata della Natività affascina e spaventa per il senso colante, come di sabbia bagnata e rappresa, che la pervade.
Al viscoso naturalismo, fonte di simboli religiosi, della facciata della Natività corrisponde lo straordinario geometrismo, quasi cubista o macchinista, della controffacciata, in cui interviene molto Berenguer.
Le facciate della Sacra Famiglia, analogamente alle altre opere di Gaudì e in generale del modernismo catalano, sono concepite quali edifici a sè stanti, dagli spazi architettonicamente autonomi e liberi di offrire la diversità di opposte vedute: quasi recto e verso sottoposti ad una scissione visionaria.