LAMPIONI A BRACCI DELLA PIAZZA REALE
(1878-1879)
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Questa magnifica piazza perticata è situata sugli antichi terreni del Convento dei Capuccini, che furono occupati durante l'invasione napoleonica e restituiti dalle Corti del 1822 al Municipio Costituzionale. Questi terreni rimasero senza urbanizzare fino al 1848, anno in cui l'architetto Francese Daniel i Molina ebbe l'incarico di costruire una piazza, coincidendo con i lavori d'apertura della Via Fernando VII. I giardini però non si realizzarono,finchè nel 1878 Gaudì presentò due progetti, dei quali fu scelto quello dei lampioni a bracci, disegnati appositamente. Per l'esperienza acquisita nel lavorare il ferro fuso, appresa nel Parco della "Ciudadela", Gaudì potè progettare la costruzione dei lampioni a bracci con un dominio ed una sicurezza su tale materiale che sorprendono in un architetto cosi giovane. Grazie alla memoria sul progetto dei candelabri - pubblicata da C. Martinell -, è possibile rendersi conto dell'accuratezza e dell'ingenio impiegati nella concezione di questi luminari pubblici: "...le forme della colonna (asse del lampione a bracci) fanno pensare che esiste una colonna interna meccanicamente inserita dalla base e i cui particolari rendono più facili le operazioni industriali necessarie per la brunitura e finitura del ferro, in modo da evitare lunghi procedimenti nella fusione e modellaggio..." Questa sarà sempre la sua forma di lavoro, con razionalità costruttiva guidata da un'enorme sensibilità. |