È l'ultima opera che tiene impegnato Gaudì prima
della sua reclusione volontaria nella visione e nella costruzione
della Sagrada Familia.
Guell si rivolge a Gaudì per il progetto di
urbanizzazione di una nuova colonia operaia, che avrebbe dovuto
comprendere abitazioni, servizi, negozi e chiesa; l'architetto
delega quasi interamente l’incarico al suo assistente e amico
Francesco Berenguer, conservando per sè
soltanto la progettazione dell’edificio religioso su un’altura boscosa ai margini
dell’abitato.
I lavori iniziano nel 1908, procedono alacremente fino
al 1914 per poi rallentare e interrompersi definitivamente nel 1916,
lasciando compiuta la sola cripta dell’edificio religioso.
La caratteristica rilevante di quest’opera è rappresentata dalla
sperimentale metodologia ideativa, impiegata da Gaudì per superare
l'impianto statico della chiesa gotica e quindi eliminare
contrafforti e archi rampanti, ricorrendo a forme ed elementi
strutturali tali da assorbire tutte le sollecitazioni (di sola
compressione). Partendo dai soli schizzi preliminari, Gaudì verifica
l’idea strutturale, e quindi plastica, attraverso la costruzione di
un modello funicolare che nulla ha a che vedere con i consueti modelli in legno o gesso della tradizione architettonica: una serie
di fili di canapa sospesi al soffitto per i due estremi, caricati di
piccoli sacchetti di sabbia di peso proporzionale a quello che dovrà
sopportare la struttura.
Ne risulta una complessa trama
tridimensionale, formata dal diverso andamento delle curve
funicolari; una trasparente orditura strutturale successivamente
rivestita di fogli di carta di seta che definiscono una prima
immagine plastica, che è insieme una scultura aerea e il risultato
di un equilibrio statico. "In tal modo si delinea la forma logica,
nata dalla necessità" commenta Gaudì: necessità dettata da una
curva, la funicolare, non astratta ma geometricamente naturale.
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