Espressione tipica dello spirito
modernista è il gusto o lo <<stile>> che ha preso il nome di
Art Nouveau.
Con questo nome si designa, soprattutto nelle arti decorative ma anche in architettura, uno stile fiorito intorno al 1900.
In Inghilterra e negli Stati Uniti si adottò come qualifica il nome francese, in Italia invece divennero di uso comune i termini Liberty e Floreale, il primo dei quali deriva dai magazzini Liberty di Londra, i cui prodotti, notissimi, divulgarono il nuovo gusto.
Il nome tedesco fu Jugendstil, da una rivista (Die Jugend), che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1896, mostrando sia nel frontespizio che nelle pagine di simpatizzare con l'Art Nouveau.
La caratteristica fondamentale di tutti gli adepti dell'Art nouveau era quella di esaltare la novità e l'indipendenza dalla tradizione.
Il secolo XIX era stato in ogni paese un secolo piuttosto incline a rievocazioni storicistiche: dappertutto si imitavano gli antichi stili, applicandoli anche ad edifici aventi funzioni del tutto nuove.
Alcuni notevoli architetti, negli ultimi decenni del secolo, reagirono a questo stato di cose, ispirandosi talvolta a stili particolarmente contenuti e disadorni e accentuandone la semplicità.
Altri architetti andarono oltre, cercando di creare forme nuove, ed inconsuete: tra essi vanno particolarmente ricordati Sullivan e Gaudì.
Nell'opera di Louis Sullivan di Chicago, si constata una strana ambiguità. Dal 1890 egli creò, nei suoi palazzi per uffici, un nuovo sistema logico e funzionale, basato su un reticolo di verticali ed orizzontali; sistema ancora in uso, tanto che le costruzioni di Sullivan ci sembrano più vicine a quelle di Mies van der Rohe che a quelle del secolo XIX.
Le sue decorazioni, particolarmente profuse negli interni dell'Auditorium, sebbene notevolmente indipendenti dal passato, non sono altrettanto anticipatrici. Floreali e lussureggianti, insistenti e complicate, con un abuso di foglie di acanto e volute, esse rientrano nel quadro del Neogotico inglese e dell'Arts and Crafts Movement.
Il maggiore architetto dell'Art Nouveau fu
Antoni Gaudì (1852 - 1926), di Barcellona.
Egli fu un solitario che comincio con l'esaltarsi per le forme gotiche, ma la sua fantasia, fervida e capricciosa, lo allontanò da ogni forma d'imitazione.
La rottura col passato, già evidente nel palazzo del Conte Guell, è definitiva nella cappella della Colonia Guell nel Park Guell, nella parte superiore della chiesa della Sagrada Familia e infine nei blocchi di case per abitazione dell'anno 1905 e seguenti.
È difficile descrivere lo stile di Gaudì: sregolato, veemente, paradossale eppure pieno di forza.
Le sue forme ricordano mostri antidiluviani, concrezioni metalliche, aggregati corallini, cactus; e la pietra fluisce in dense curve simili alla lava. Per la loro esasperata originalità queste opere sono assai vicine all'Art Nouveau, come altre creazioni di Gaudì, anche se la loro tensione stilistica non ha paragoni.
Gaudì è una personalità che esemplifica chiaramente le forze paradossali in gioco nell'architettura del tempo.
Indipendentemente dalle varianti di tempo e di luogo, l'Art Nouveau ha certi caratteri costanti:
- la tematica naturalistica (fiori e animali);
- l'impiego di motivi iconici e stilistici, e perfino tipologici, derivanti dall'arte giapponese;
- la morfologia: arabeschi lineari e cromatici; preferenza per i ritmi impostati sulla curva e le sue varianti (spirale, voluta ecc.) e, nel colore, per le tinte fredde, attutite, trasparenti, date in zone piatte oppure venate, iridate, sfumate;
- l'insofferenza della proporzione e dell'equilibrio simmetrico e la ricerca di ritmi <<musicali>>, con marcati sviluppi in altezza o in larghezza ed andamenti per lo più ondulati e sinuosi;
- l'evidente, costante proposito di comunicare per empatia un senso di agilità, elasticità, leggerezza, gioventù, ottimismo.
La diffusione degli stilemi essenziali dell'Art Nouveau avviene per mezzo delle riviste d'arte e di moda, del commercio e del suo apparato pubblicitario, delle esposizioni mondiali, degli spettacoli.
L'Art Nouveau è uno stile ornamentale consistente nell'aggiunta di un elemento edonistico ad un oggetto utile.
È facile osservare, tuttavia, che nello sviluppo storico dell'Art Nouveau l'elemento ornamentale va sempre più perdendo il carattere di un'aggiunta sovrapposta alla conformazione funzionale o strumentale dell'oggetto, tendendo a conformare l'oggetto stesso come ornamento e trasformandosi così da sovrastruttura in struttura.
La funzionalità (l'utile) si identifica con l'ornamento (il bello) perchè la società tende a riconoscersi nei propri strumenti.