MAURO MANIERI, INGEGNERE DI LECCE
Probabilmente già per il campanile venne chiamato l'ingegnere leccese Mauro Manieri. Tale ipotesi è incoraggiata da alcune indicazioni stilistiche e architettoniche anche se non vi sono conferme documentarie. Sono evidenti i richiami con il campanile della chiesa del Cannine, a Lecce, il monastero delle Servite e il palazzo imperiali, a Manduria, o con il Seminario di Brindisi, così come troppo vicine sembrano le statue di Santa Scolastica e di San Benedetto (acefala) incastonata nelle nicchie del campanile, con altre figure plastiche, scolpite dal Manieri per la chiesa delle Alcantarine di Lecce e la facciata del Duomo di Taranto. L'ipotesi che le statue monopolitane provengano dallo stesso atelier leccese è alquanto verosimile sul piano delle attribuzioni, ma purtroppo nulla ci viene confermato, per iscritto, in proposito. Sembra comunque plausibile che il Manieri fosse già stato a Monopoli prima del 1740 ed è comunque certo che venne chiamato, il 10 luglio 1741, per esprimere un parere sulla costruzione della nuova Cattedrale della città. A Monopoli, per definire il "disegno" o progetto della nuova chiesa, Mauro Manieri giunse il 30 gennaio e soggiornò in città, presso un'osteria, per sei giorni. Fanno fede gli atti di pagamento per lo stallaggio delle mule. Il suo nome compare la prima volta in un Esito del 1742: "Esito in demolire la Chiesa e Belvedere del Venerabile Monistero di Donne Moniche di San Lionardo di Monopoli che minacciava rovina, che si buttò a terra col parere del Signor D. Mauro Manieri Ingegniere Leccese, e delli mastri murari esperti, quali si cominciò a diroccare a 9 febbraio 1742 e col nome di Dio, della Beatissima Vergine, e delli Gloriosi S. Benedetto e S. Lionardo si cominciò a reidificare a Maggio dell'istesso anno 1742 col disegno dell'istesso Sig. Manieri, delli Mastri Pascale Simone, e Santo Farnararo, e fù commessa la benedizione di detta nuova fabrica al Molto Reverendo Signor D. Francesco Paolo Devaleriis dall'Ill.mo Prelato D. Francesco lorio Vescovo di questa Città". Hai documenti si possono ritrovare anche i muratori che parteciparono alla edificazione della chiesa: "Esito di manipoli, zoccatori, lavoranti e d'altri che intervennero in detta demolizione in diversi tempi; de quali, parte demolivano, parte carriavano pezzi e tufi, e parte empivano trascina a figlioli; Giuseppe Glosso, manipolo leccese, Francesco Paolo Annaurato, Ferdinando Gervasio, Vitantonio La Penna, Salvatore Giorgio, Francesco Spinoso, Giuseppe Nicola Sacco, Giuseppe Di Bello, Francesco Paolo Simini, Giuseppe di Tarante, Mario Giuliano, Francesco Paolo Giuliano, Michele Cataro, Felice Veneziano, Felice Col ucci, Nicola Troisi, Oronzio Prodigo, Nicola Troisino, Giuseppe Longo". Alcune maestranze che presero parte alla costruzione della chiesa di San Leonardo furono leccesi e sicuramente al seguito del Manieri; pertanto è facile ipotizzare l'ingresso, a Monopoli, di forme ed esperienze del barocco leccese. "Maestro fabbricatore della città di Lecce" era Pasquale Simone, presente sulle impalcature a dirigere i lavori, per conto del Manieri, oltre che della chiesa monopolitana, anche della chiesa delle Alcantarine di Lecce. A Monopoli si trattiene fino al giugno del 1745, quando è chiamato, dopo la direzione dei lavori a San Leonardo, a fare le misure per la nuova costruzione della Cattedrale. I lavori di demolizione della chiesa, del Belvedere e del "vecchio Parlatorio", si concludono nel giugno dello stesso anno 1742, per una spesa complessiva di 342 ducati in argento e in rame, pagati direttamente ai "Mastri Sante Farnararo e Pascale Si mone". In queste spese rientrano anche quelle "per disfare tutti gl'altari della Chiesa demolita, e per accomodare la Chiesa, e cose dentro al Refettorio ed altro", per i "legnami per la nuova fabbrica e per il nuovo Coro fatto ed altro", per la "tela di Casali servita per lanzoli de mastri faticatori" e per lo "stallaggio delle mule del Signor Mauro Manieri quando venne a prendere la pianta della Chiesa", II Manieri non seguì direttamente e costantemente i lavori di costruzione e probabilmente intervenne sul progetto della chiesa, solo a lavori in parte già iniziati di demolizione. Ritroviamo gli atti e le spese per i viaggi tra Lecce e Monopoli sia del Manieri che del Pascale che, ad aprile, andò "a prendere il modello della chiesa fatto di legname". A Lecce, Pascale Simone si ferma per due giorni "acciocché il Signor D. Mauro Manieri ingegnere,, che fé detto modello mi avesse communicato tutta la sua idea e misura di detta Chiesa". Qualche mese dopo, ad ottobre, il Manieri "venne per rivedere la chiesa e il disegno della nuova Chiesa" e lo "stallaggio ed orzo alle mule" venne pagato direttamente dalla Madre Badessa. Non ci sono altri documenti che richiamano la presenza del Manieri in città per seguire l'evolversi del cantiere |