LE DUE PESTI...


Quantunque sia verosimile che in nostro Beato sia stato in questo non piccolo frattempo di famiglia anche in altri conventi, come in Conversano verso il 1480, e probabilmente anche in altri conventi. Or, in questo tempo di miserie e di prove terribili per la città flagellata misericordiosamente da Dio (con la peste), fra Giacomo, amico di Dio e degli uomini, era proprio al caso. Infatti, il Beato Giacomo, appena cominciò ad infierire la peste con fervore di carità angelica si mise al servizio degli appestati. Benchè ottantenne e appoggiato al suo bastone, correva qua e là per le case, entrava nei bugigattoli più meschini e più bui della povera gente, e portava benedizione e salute, confortando, consolando, animando. Egli certo non era sacerdote: era però un santo, e dove passa un santo, con lui passa Dio e la sua santa e sanatrice benedizione. E per quei lunghi cinque mesi di durata della peste, che uccise circa 150 vite umane, restò in quel "campo di sciagura" esercitando "immobile" il ministero della sua carità, quell'opera grande e misericordiosa.

E questa peste richiama alla mente l'altra peste che avvenne circa 230 anni dopo, cioè nel 1656, e per giusta permissione di Dio pervase tutto il regno di Napoli e fece così orribile strage non solo nelle città, ma ancora nelle ville e nelle umili borgate. E vedi provvidenza e benedizione di DioÉperi meriti dell'intercessione di Giacomo, il quale nella sua ultima vecchiaia aveva visto quella prima peste del 1482-1483 e aveva assistito i cari suoi Bitettesi; in quest'altra del 1656, il Signore delle misericordie risparmiò il tremendo flagello alla città favorita. "Nel nostro regno venne un morbo pestilenziale che desolò molte province, in ogni luogo facendo miserabili stragi di persone, alla riserva di questa città, che fu da tal contagio esentata con la protezione del nostro B. Giacomo, che quasi parve tener distesa la mano in aria per trattenere l'ira di Dio".
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