LA LEPRE LIBERATA...


Mentre il Beato se ne stava in orazione dinanzi alla stessa cappella che ormai noi conosciamo, ecco che sente intorno a sè una grande canea, con uno stormire di frasche e un affuriato fischiare e gridare. Riscossosi così un poco dalla contemplazione, vede i cani levrieri e i cacciatori seguitare una timida lepre, la quale, correndo e saltellando, veniva alla sua volta. Ed egli, quasi compatendo quella innocente e amabile creaturina perseguitata, la chiamò a sè, e lasciò che essa si salvasse sotto il suo abito. E quella, come avesse l'intelligenza, corse subito a lui; gli si mise tutta tremante ed ansante nelle sue braccia, ed egli subito la nascose sotto la tonaca e si mise a sedere su lo stipite della cappelluccia, aspettando che passassero i cani e i cacciatori.
Venuti questi dal Servo di Dio e domandando se fosse passata una lepre:" Passava" rispose. Partiti i cacciatori e dileguatisi i cani, Giacomo, sorridendo dell'accaduto, prese il lepre, l'accarezzò e, avvertitolo che si guardasse meglio un'altra volta dall'ira dei persecutori, lo mandò via festoso e saltellante dall'allegria.
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