ESTASI...


Prima di tutto, era un fenomeno per lui comune che, toccando ad esso per commissione dell'ubbidienza a chiamare i frati al coro col suono delle campane; fosse di giorno, fosse di notte, gli succedeva spesse volte che esso era rapito in Dio in estatiche elevazioni da terra: eppure anche allora le campane suonavano da sè e davano il segno, "senza che nessuno le toccasse", per mano certamente di qualche essere estramondano: "dagli angeli" , dicono nei processi con fede giurata i testimoni.
"E ciò, dicono essi, viene da molti confermato e successe anche molte volte". Lo stesso succedeva mentre cucinava... un giorno, poco prima di pranzo, mentre Giacomo era al suo posto in cucina e ammaniva, tra il fuoco e le affumicate pignatte, un tegame pieno di fave per farne una saporosa minestra ai suoi frati; ecco che, tenendo egli il vaso e volendo cuocerlo al fuoco, gli successe uno dei suoi ordinari fenomeni. Il suo cuore, pieno d'amore di Dio e riboccante di gioia celeste, non era più tra le pentole; ma assorto in Dio in una dolce estasi profondissima, mentre le lacrime scorrevano giù e venivano a cadere sulle fave.
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