PARCO URBANO
Il terreno abbandonato e degradato confinante con la zona nord – orientale delle ex AFP è destinato a parco urbano e conoscendo la situazione, si sottolinea il termine parco: deve essere un’area effettivamente godibile e fruibile, sullo stile dei parchi inglesi.
L’estensione è di quasi 18000 mq, non considerando gli oltre 4500 mq di 2 ville abbandonate, che potrebbero rientrare nel piano.
Nel parco è auspicabile il trapianto della specie arborea mediterranea, con percorsi in lastroni di pietra locale immersi in prati di erba inglese.
Riguardo a questo parco, un ruolo importante potrebbe essere giocato dalla Lama di Castello che si trova a qualche metro di distanza: essa potrebbe essere recuperata come corridoio ecologico e collegare questo piccolo polmone verde, nel settore orientale del tessuto urbano giovinazzese, con la zona dai segni più antichi di antropizzazione nell’agro (ove sorgono vecchi casali e i dolmen di S. Silvestro).
Quest’eventualità incentiverebbe ulteriormente il turismo agreste che qualche privato già vorrebbe, vista la collineare conseguenza dell' apertura di servizi ristoranti in piena campagna.
Dopo aver illustrato i punti salienti della proposta, vanno esplicitate alcune considerazioni.
L’area delle ex AFP viene riconosciuta foriera di nuove opportunità per la cittadinanza e Giovinazzo stessa.
Viene mantenuto un certo rapporto con il passato, ergendo alcuni capannoni a monumenti antesignani della recente storia, perché quelle acciaierie, come già emerso dal sondaggio, rappresentano un qualcosa per alcune generazioni locali.
Evidentemente questo qualcosa non può essere cancellato con un colpo di spugna come oggi siamo abituati a fare nel nome di uno sfrenato desiderio di cambiare tutto e ad ogni costo.
La gente desidera e sente evidentemente anche un quid di sfuggevole, che abitualmente si lascia svilire nei cassetti della non considerazione.
La proposta risponde al bisogno ed al diritto di spazi verdi, ove trascorrere il tempo libero e coltivare rapporti sociali: per questo è necessario curare l’accessibilità degli spazi, nonché il pregio estetico ed il senso di benessere erogabile.
Vengono proposti alcuni interventi sulla viabilità, che si muovono verso due direzioni: migliorare l’accessibilità alle attività produttive insediate; decongestionare la statale 16, che attraversa il cuore del paese, la cui sezione non è molto funzionale ai bisogni del traffico.
L’intervento più significativo in questo senso è quello che va a collegare l’ingresso nella zona urbanizzata per chi proviene da Bari (zona nord – orientale dell’area ex AFP) con la via che porta a Bitonto (zona nord – occidentale).
Un ulteriore collegamento stradale è proposto nell’estrema zona orientale della Ferriera, funzionale al transito di veicoli da trasporto tra gli impianti e la SS 16.
È prevista l’ubicazione di circa 3700 mq di parcheggi per lavoratori e non nella zona sud – orientale.
Sostanzialmente, tirando un po’ le somme, i contenuti della proposta mirano ad un utilizzo dell’area per attività produttive legate al settore ittico; alla creazione di spazi per la ricreazione ed il tempo libero; all’incentivazione di un turismo particolare, legato anche a finalità didattiche, per esempio scolastico (museo archeologico industriale, utensili ed oggettistica del ferro artigianale, museo del treno d’epoca, processo di produzione del pesce da allevamento).