BREVE STORIA DI GIOVINAZZO (pag.8)
Dal periodo normanno all'Unità d'Italia (5^ parte) Specialmente il Gargano e le Murge divennero veri campi di battaglie fra bande armate di briganti. Quando poi, dopo alterne vicende nel 1806 i napoleonidi piegarono i borboni, si notò subito una certa volontà di cambiare. Furono chiusi tutti i conventi, furono perseguitati con inesorabilità tutti i briganti, furono promossi i mercati nei singoli comuni, sorsero le milizie comunali contro i briganti, e la pace e la laboriosità parvero tornate nelle popolazioni. Ma l'astro di Napoleone non era eterno e, spentosi, fece tornare sul trono di Napoli Ferdinando IV di Borbone, con la vecchia politica, e questa volta con un forte spirito di vendetta e di reazione da parte del sovrano. Così fu distrutto sistematicamente tutto quanto di buono era stato creato dai napoleonidi, e soprattutto fu attaccata la Carboneria; ma le città ormai avevano aperto gli occhi e non esitarono ad opporre resistenza e ribellione al sovrano, dando inizio ai moti rivoluzionari, che con una cadenza quasi cronometrica gridarono Riforma e Costituzione, incuranti dei processi e delle carceri. Giovinazzo poi, parve presa come tra due fuochi: tra le persecuzioni della polizia e la soppressione della Diocesi compiuta dal Concordato del 1818 fra la Santa Sede ed il regno di Napoli. Giuseppe De Ninno, raccontando dei moti carbonari a Giovinazzo, parla di ben 150 affiliati giovinazzesi, ma esagera, perché confonde i carbonari che si battevano per una questione politica con il clero ed i fedeli che lottavano per rivendicare la Diocesi. Nel cielo di tutta la penisola italica, però, vagava l'eco delle aspirazioni popolari, i vari governi avvertivano qualche cosa di nuovo che fremeva nel cuore dell'intero stivale e si facevano più circospetti man mano che sentivano qualche cosa scricchiolare sotto i loro piedi. In effetti quei moti unirono idealmente l'Italia e le guerre di indipendenza risultarono autentiche tappe verso la meta dell'unione nazionale. Molti morirono lungo il percorso, altri soffrirono le carceri, altri ancora l'esilio, ma la loro fiamma condusse al trionfo. Garibaldi spazzò via gli ultimi re di Napoli e nel 186l l'Italia unita divenne realtà. Torna alla prima pagina |