BREVE STORIA DI GIOVINAZZO (pag.3) 2) - La medioevale Juvenatium (sec. VIII- sec. XVIII). La storia tace sul passaggio da Natiolum a Juvenatium; un documento del 938 però relativo alla ricostruzione della chiesa di San Felice, cita il greco Cinnamo "iudex et spatharius" di Jubenatia. Dunque Natiolum non c’era più, ed al suo posto figurava Juvenatium (= Juvene-Natiolum), che, totalmente rinnovata anche nella popolazione, viveva la sua seconda esistenza. E fu una storia lunga ben 10 secoli, durante i quali la città tutto provò, l'ebbrezza di tana sfrenata corsa ascensionale, la fierezza di una popolazione salita sino a 52 mila abitanti ed il ludibrio di una umiliazione profonda. Latini, Greci, Longobardi e Saraceni furono i Giovinazzesi, che giunsero alla conclusione del primo millennio pieni di entusiasmo e pronti ad esplodere nella epopea normanna, nelle crociate e nello Sfolgorio Svevo. Quei gloriosi anni furono cantati dai concittadini Guglielmo Appulo e Matteo Spinelli, ma erano troppo belli per durare a lungo, e ad un cenno della Grande Politica accorsero gli Angioini, i Durazzeschi, gli Aragonesi, il Vicereame di Napoli, il nuovo regime baronale ed i Borboni, trasformatisi tutti in autentici boia per punire Giovinazzo e la Puglia, con le carceri, le espropriazioni , l'abbandono, l'analfabetismo e la esosità fiscale. Così la città giunse al secolo XVIII, stremata di forze, malmenata e ridotta ad appena 4.500 abitanti: e sarebbe scomparsa per sempre, se ancora una volta nei cittadini l'anelito a non morire non avesse colto e sfruttato un episodio favorevole della storia e non avesse dato origine alla terza esistenza (dal sec. XIX ad oggi). Continua |