Parte 2 - Gli Sforza in Terra di Bari - Gli anni dal 1440 al 1480 .
Giunto però a Napoli, venuto a conoscenza di alcuni casi di peste verificatesi tra quella popolazione, vi mandò in sua vece, quale governatore, sin dall’inizio di ottobre, Galeazzo Visconti mentre egli preferì poco dopo ritornare a Milano. Dopo il governo del Visconti, lodato per la sua singolare rettitudine, prudenza ed integrità, nonché per la saldissima fede e devozione alla Casa Sforzesca, nel 1469 lo Sforza nominò governatore il figlio Gaspare Visconti. Il 2 luglio 1466 era morto Francesco Sforza e nel ducato di Milano era succeduto il primogenito Galeazzo. Galeazzo Sforza fu indegno del padre, perché dissoluto nella vita privata, tiranno e sanguinario nel governo (a tal punto da avvelenare nel 1468, come si sospetta, la madre Bianca Maria, con al quale era in discordia). Dopo la morte di Francesco Sforza, per la condotta di Galeazzo, i rapporti tra le corti di Napoli e Milano si raffreddarono, per cui Ferdinando non si decideva a far unire la figlia Eleonora con Sforza Maria, tanto che più tardi Eleonora dichiarò di non avere mai desiderato quel matrimonio perché minorenne, fu chiesto e ottenuto dalla Santa Sede il riconoscimento di nullità del matrimonio. Eleonora andò in seguito sposa ad Ercole d’Este, duca di Ferrara. Sforza Maria però non perdette il ducato di Bari, poiché ricevuto non come dote ma per via donativa. In seguito ai due matrimoni di Alfonso II d’Aragona e Ippolita Sforza e quello tra Galeazzo Sforza e Bona di Savoia nacquero rispettivamente Isabella d’Aragona e GianGaleazzo Sforza, fra i quali si programmò un successivo matrimonio. Nelle intenzioni e negli atti quel matrimonio doveva cementare per sempre l’unione e l’amicizia fra le due Case, invece proprio quel matrimonio fu la causa di gravi discordie tra gli Aragonesi e gli Sforza fino alla totale rovina delle due dinastie e di tutta l’Italia. In occasione della promessa di quel matrimonio Ferdinando confermò ancora una volta a Sforza Maria il ducato di Bari, comprensivo del territorio comunale di Modugno e Palo del Colle. Il 26 dicembre 1476 Galeazzo Sforza fu assassinato nella Chiesa di Santo Stefano a Milano da tre congiurati. Per il figlio GianGaleazzo di appena otto anni prese la reggenza la madre Bona di Savoia sotto la guida del cancelliere Ciccio Simonetta. I quattro fratelli di Galeazzo, Maria Sforza, Ludovico, Ascanio e Ottaviano tentarono una rivolta per cacciare il Simonetta e prendere essi la reggenza. In seguito a questa congiura che fallì sul nascere, Maria Sforza venne a stabilirsi a Bari. Dopo di che i tre fratelli con l’aiuto di Ferdinando I formarono un esercito, ma mentre stavano per invadere il ducato di Milano, Maria Sforza morì improvvisamente a Varese il 29 luglio 1479. Non avendo Sforza Maria eredi, perché dopo la dichiarazione di nullità del matrimonio con Eleonora era rimasto scapolo, il ducato di Bari (con Modugno e Palo) ritornò al re di Napoli, che il 14 agosto dello stesso anno, su richiesta di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, concedeva a quest’ultimo il ducato di Bari. Tuttavia il Moro, agli inizi non poté occuparsi molto del ducato, affidandolo prima alla sorella Ippolita e poi al viceduca Giovanni Erminzani. Ma l’attenzione per il ducato di Bari non poteva essere che relativa. La sua notevole statura di uomo politico e diplomatico non si poteva accontentare di un piccolo ducato del regno di Napoli, quasi fuori dai centri politici europei. Il suo pensiero era rivolto allo stesso ducato di Milano. Alla morte di Galeazzo Maria, successe il figlio GianGaleazzo, sotto la reggenza della madre Bona di Savoia. Sia il giovane duca, però che la madre caddero sotto l’influenza della più forte personalità del Moro, influenza interrotta solo dal breve episodio di Ciccio Simonetta. |