Aspetto tipologico delle masserie pugliesi
La masseria, o più propriamente massaria
come risulta dalla descrizione del catasto onciario, deriva, molto
probabilmente, dal latino massa, termine con il quale
si indicava un insieme di beni comprendenti terreni e fabbricati
affidati alla gestione amministrativa e contabile del "massaro.
Le masserie si diversificavano in relazione all' ampiezza aziendale
e all' ordinamento produttivo i quali determinavano disposizione,
ampiezza e numero dei locali costituenti il centro aziendale.
Si hanno, pertanto, secondo una classificazione:
- masserie elementari (categoria comprendente forme a elementi
lineari e forme elementari a recinto, semplice o composto, sul
tipo appunto degli strazzi e delle poste per l'allevamento
stanziale e trasumante);
- medie e grandi masserie unitarie o di tipo composto, con più
corpo di fabbrica addossati fra loro o disposti a gruppo intorno
a un edificio centrale, di maggior volume e risalto estetico (masserie
a gruppo o a nucleo);
- masserie a corte (medie e grosse corti rurali con più
corpi edilizi disposti a racchiudere totalmente o su tre lati
uno spazio centrale - curte, curtile, ma, più comunemente,
curtiglio) in Campania, curte in Puglia, quastro nel Molise, bagghiu
in Sicilia -, ovvero disposti intorno a un voluminoso casamento
centrale, per lo più del tipo a corte chiusa e, talora,
con tutti gli attributi del castello).
Queste strutture, presenti in tutto il meridione hanno perso,
mano a mano, la funzione per le quali furono realizzate, vuoi
per modificati ordinamenti produttivi, vuoi per la progressiva
riduzione della mano d' opera dedita all' agricoltura, vuoi per
le disponibilità di strade e mezzi atti ad un più
rapido trasferimento verso e dal centro urbano, vuoi per l' attrazione
esercitata dalla città, ricca di servizi spesso assenti
in campagna.
Non di rado, si assiste, per la mancata manutenzione ordinaria,
ad un progressivo degrado di detti complessi edilizi i quali,
per le peculiari caratteristiche tipologiche e per la solidità
costruttiva, rappresentano pur sempre esempi di particolare valore
storico ed architettonico degni di recupero o ristrutturazione,
oltre ad essere testimonianza di una cultura contadina ormai superata,
ma un tempo diffilsa e viva in tutta l'Italia meridionale, che
meriterebbe più approfondite conoscenze.
Bisogna però dire che masserie, torri, casali e trulli
anche se fanno parte di un' architettura "minore" sono
state necessarie, e lo sono ancora, per conoscere il passato del
meridione.
Infatti analizzando tramite una carta dei castelli, di torri ed
opere fortificate di Puglia il rapporto città campagna
si vede come la campagna sia continuamente interrotta
da costruzioni di vario genere.
Generalmente questi manufatti sono composti da figure geometriche
chiuse alternati da spazi scoperti e recintati.
Da una visione aerea sarebbe anche possibile notare le molteplici
strade che collegano fra loro le varie costruzioni, strade che
generalmente seguono le curve di livello del terreno. Probabilmente
la parte in cui è più presente questo tipo di architettura
spontanea è la zona sud barese, la murgia dei trulli e
tutto il Salento.
Ovviamente queste costruzioni sorgono in zone dove la vegetazione
è varia, con piante sempreverdi, vigneti e uliveti.
Le masserie possono essere anche definite come ogni forma dell'
insediamento umano, nel territorio rurale, centri di produzione
e organizzazione del lavoro agrario.